Hanno perso anche la voglia di tentare la fortuna. Di cercare di afferrare per i capelli l'occasione della vita prendendo il biglietto della lotteria di Rousseau. La prima spia della perdita di appeal del M5s sono le pochissime candidature arrivate per le prossime regionali in Campania, Liguria, Toscana, Veneto, Marche e Puglia. Gli attivisti hanno scelto ieri i componenti delle liste per le sei regioni al voto il 31 maggio. Ma la paura dei vertici è che siano finiti i tempi della ressa virtuale per accaparrarsi un posto nelle liste pentastellate. Schema che potrebbe ripetersi presto a livello nazionale. Attualmente i numeri sarebbero radicalmente diversi rispetto ai 10mila candidati alle parlamentarie dell'anno scorso. Con un Movimento che adesso è molto lontano dall'exploit delle politiche del 2018 (32%) e secondo gli ultimi sondaggi arranca tra il 13 e il 15%. A pesare sulla desertificazione della piattaforma in vista delle regionali ci sono gli ultimi risultati del 26 gennaio scorso. In Emilia Romagna la lista dei Cinque Stelle ha conquistato il 4,7% dei voti, eleggendo due consiglieri. In Calabria la percentuale è stata del 6,3 e non è arrivato in consiglio regionale nemmeno un candidato. Se i consensi sono questi, non conviene neppure provarci.
E ieri è partita dalla Campania una grave denuncia sulla piattaforma Rousseau. Un attivista campano ha riferito all'Adnkronos: «Il M5s mi ha chiesto di inviare un documento a scelta tra bollette, tasse pagate e assicurazione sulla vita per verificare l'autenticità del mio profilo su Rousseau». Il militante Vincenzo Sglavo ha aggiunto: «Tutto questo è assurdo». Nella mail postata sui social da Sglavo lo Staff del M5s gli chiede di inviare un documento a scelta tra una bolletta con l'indirizzo visibile, una ricevuta delle tasse comunali pagate o un documento su un'eventuale assicurazione sulla vita. Al rifiuto di presentare le carte, il M5s ha vietato all'attivista la partecipazione al voto di ieri. La deputata campana Marianna Iorio ha ammesso che l'indirizzo email è «effettivamente collegato al M5s». Mentre l'Associazione Rousseau si è giustificata: «Può sembrare una procedura invasiva ma in realtà è importante per tutelare sia l'iscritto che tutta la comunità».
Stranezze di Rousseau a parte, nelle sei regioni in questione i candidati sono pochissimi. Partecipazione all'osso in Liguria, dove imperversano ancora le liti per la collocazione del M5s. In Campania sono in corso le trattative per far convergere il Pd sul nome del ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Ma anche qui i numeri sono impietosi. Solo 58 pretendenti in provincia di Napoli, e colpiscono i 7 partecipanti a Benevento. Tra le prossime che voteranno, il Veneto è forse la regione dove il M5s è più in difficoltà. Solo 54 candidati totali e la non ricandidatura dell'attuale capogruppo in consiglio Jacopo Berti. Berti, entrato nel collegio dei probiviri, potrebbe volare presto a Roma per un incarico nazionale. E infuriano le polemiche di alcuni esclusi eccellenti. Tra questi in Puglia c'è il consigliere regionale uscente Mario Conca, difeso su Facebook dall'eurodeputato Piernicola Pedicini e in Campania il consigliere comunale di Giugliano, provincia di Napoli, Nicola Palma.
I parlamentari già declinano a livello nazionale il calo delle
candidature. Un eletto vicino a Fico dice: «La ragione dei pochi candidati è da ricercare nella nostra mancanza di chiarezza sulle alleanze». Un deputato campano taglia corto: «Forse molti hanno imparato a misurarsi la palla!»
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