Grandi Navi, in 8mila dicono "no"

I manifestanti autorizzati a protestare anche in piazza San Marco

Grandi Navi, in 8mila dicono "no"

Sono arrivati fino a piazza San Marco al grido di «Fuori le grandi navi da Venezia». Più di ottomila persone, tante famiglie donne e bambini in difesa di quella che ritengono la città più bella del mondo. È stato necessario arrivare al drammatico incidente della Msc Opera per portare tanta gente in piazza dopo anni di polemiche sui rischi che corre una città tanto fragile a causa delle gigantesche navi da crociera che attraversano i suoi canali.

Il punto di ritrovo del corteo inizialmente era stato scelto presso le Zattere ovvero a poca distanza dal punto in cui é avvenuto l'incidente che ha visto protagonista la nave della flotta Msc Opera che ha perso il controllo andando a sbattere contro la banchina, provocando anche diversi feriti. Inizialmente il corteo avrebbe dovuto fermarsi in Campo Sant'Angelo.

Ma visto che a piccoli gruppi in molti erano già arrivati a San Marco, il prefetto Vittorio Zappalorto ha deciso di riaprire la piazza che era interdetta dal lontano 1997 quando un gruppetto di indipendentisti, i Serenissimi assaltò il campanile per proclamare simbolicamente l'indipendenza della città.

Tra gli striscioni esposti «Fuori le navi dalla laguna» e «No alle navi e sì al rispetto della laguna».

In molti poi hanno preso come bersaglio sia il sindaco, Luigi Brugnaro, sia il presidente della regione, Luca Zaia. L'incidente tra l'altro aveva avuto come conseguenza l'ennesima polemica tra i due alleati di governo, Lega e M5s.

Il vicepremier Matteo Salvini aveva colto l'occasione per attaccare il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, reo di non aver preso decisioni in merito alla possibilità di scegliere percorsi alternativi per i giganti del mare salvaguardando il canale della Giudecca.

E adesso sono le compagni crocieristiche, che chiedono una rotta alternativa attraverso l'associazione internazionale che le rappresenta, la Clia. Pur di non perdere una rotta che vale oro si dicono determinate a lavorare per preservare il futuro di Venezia nella convinzione «che sia possibile conciliare l'unicità di questa città con il turismo crocieristico, che contribuisce per 150 milioni di euro ogni anno all'economia della città, che è programmato e organizzato con anticipo e che genera migliaia di posti di lavoro».

Le compagnie ricordano di aver chiesto fin dal 2012 «una rotta alternativa per spostare le grandi navi dalla Giudecca e hanno per questo realizzato studi e simulazioni, collaborando sempre con le istituzioni locali e nazionali».

La migliore scelta possibile per le compagnie è quella individuata

nel 2017 ed è per questo che chiedono a tutte le autorità responsabili «la massima rapidità nel far partire i lavori per il dragaggio del canale Vittorio Emanuele, così da tracciare la nuova rotta per le navi più grandi».

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