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È l'atto finale di un percorso ormai tracciato, l'ultimo miglio di un cammino intrapreso da tempo. Renato Schifani torna in Forza Italia. Troppo profonde ormai le divergenze rispetto alla linea di Angelino Alfano e al suo posizionamento centrista-renziano, ben distante dal mandato ricevuto dagli elettori nel 2013 quando i parlamentari di Ncd vennero eletti nelle liste «Pdl-Berlusconi presidente». Lo scorso 19 luglio era arrivato l'annuncio delle sue dimissioni da capogruppo di Ncd in Senato, ieri lo strappo si è completato con il rientro in Forza Italia. Una decisione volutamente ufficializzata alla vigilia della pausa estiva, in modo da fare in tutto in maniera graduale.

«Silvio Berlusconi ha accolto con favore la disponibilità del senatore Schifani a tornare e dare il suo valido contributo all'attività politica e parlamentare di Forza Italia» si legge in un comunicato. «Dalle motivazioni da lui rese note dopo l'abbandono della carica di capogruppo di Ap è emerso come abbia costantemente continuato a condividere le radici e i valori fondativi di Forza Italia, tanto da essere indotto al gesto nel momento in cui ha riscontrato una divergenza insanabile con l'indirizzo politico di Ap. In considerazione di quanto avvenuto, il presidente Berlusconi ha accolto con favore la disponibilità di Schifani a tornare e dare il suo valido contributo all'attività politica e parlamentare di Forza Italia». Schifani, a sua volta, «ringrazia sentitamente» e raccoglie «con convinzione ed entusiasmo l'invito, impegnandosi fin da adesso a dare il proprio massimo contributo per le iniziative politiche di Forza Italia».

A Schifani arriva anche il benvenuto del capogruppo azzurro, Paolo Romani, attento regista dell'operazione. «La ricostruzione di un forte e ampio schieramento di centrodestra passa anche dal rinnovato coinvolgimento delle personalità che hanno fatto parte della sua storia e che vogliono contribuire al suo futuro. La scelta di Schifani è in linea con la necessità che lavori alla costruzione dell'alternativa di governo alla sinistra di Renzi chiunque si riconosca nei valori, nei principi e nella visione del Paese di centrodestra». Un benvenuto a cui subito risponde lo stesso Schifani. «Metterò a disposizione del capogruppo, con senso di umiltà e spirito di abnegazione, il mio impegno assoluto in vista di una vittoria alle prossime elezioni».

Quello di Schifani, però, non è l'unico divorzio che si consuma da Ncd: anche Antonio Azzollini lascia il gruppo di Area Popolare a palazzo Madama per tornare in Forza Italia. Il motivo? «Chi ritiene che sia fondamentale per la politica e per l'economia italiana la ricostruzione di un centrodestra forte e coeso non può che far riferimento a Forza Italia e al presidente Berlusconi. Da tempo esprimevo ragioni di dissenso da Area Popolare, consapevole che il nostro elettorato chiede di essere rappresentato da uno schieramento palesemente alternativo alla sinistra. Tornare in Forza Italia è la logica conseguenza, una scelta dettata dalla necessità di tener fede agli ideali in cui credo».

Il prossimo a lasciare potrebbe essere il senatore campano Giuseppe Esposito, diretto probabilmente verso il Gal, così come forti sono i malumori di Maurizio Sacconi. Insomma per la maggioranza di Matteo Renzi la prospettiva di dover fare i conti con numeri calanti a Palazzo Madama si fa sempre più concreta.

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