Grillo: calabresi 'ndranghetisti se non chiedono il reddito

Insulto choc dal palco dello show di Catanzaro. Siclari (Fi): torni a fare il comico, come politico è inadeguato

Grillo: calabresi 'ndranghetisti se non chiedono il reddito

Da Nord a Sud: il reddito cittadinanza scatena polemiche e veleni. A Catanzaro, Beppe Grillo insulta i calabresi: «La Calabria è la regione che in assoluto ha fatto meno domande di reddito di cittadinanza. C'è un paese qui che si chiama Dinami, il più povero di Italia, dove nessuno ha fatto domanda per il reddito. E allora diciamolo che o lavorate tutti in nero o siete tutti della 'ndrangheta», dice durante il suo show Insomnia - Ora dormo!. Parole che indignano. Non è la prima volta che Grillo si lascia andare a offese durante gli spettacoli. «Grillo ha superato ogni limite ed ancora una volta confonde i ruoli. Non può fare il comico violentando la dignità di milioni di calabresi. Grillo rappresenta un movimento politico che è al governo e non può permettersi di etichettare i cittadini calabresi, anziani, giovani incensurati e neonati come 'ndranghetisti per sillogismo o soltanto perché nati in Calabria. Torni a fare il comico, che è una vera professione, perché come politico ha dimostrato di non essere all'altezza del nostro Paese» commenta il senatore di Forza Italia Marco Siclari.

A Milano e in altre città italiane non c'è il comico ma gli autisti del noleggio con conducente che manifestano contro il governo. E a Roma scendono in piazza, a Montecitorio, i precari dei centro per l'impiego: chiedono di essere stabilizzati al posto dei navigator voluti dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio.

Sempre ieri il governo ha fatto retromarcia sul reddito ai condannati, dopo le polemiche dei giorni per la richiesta arrivata da parte di alcuni esponenti del clan Spada di Ostia: un emendamento al decretone, in esame alle commissioni Lavoro e Affari sociali, presentato dalle relatrici Dalila Nesci (M5s) e Elena Murelli (Lega) prevede «la sospensione del reddito e della pensione di cittadinanza per i richiedenti a cui è applicata una misura cautelare, anche adottata all'esito di convalida dell'arresto o del fermo o per i condannati con sentenza non definitiva». Lo stop all'erogazione vale anche per i latitanti e per chi «si è sottratto volontariamente all'esecuzione della pena». I reati per i quali è prevista la sospensione del reddito e della pensione di cittadinanza, anche con una sentenza non definitiva, sono quelli di tipo mafioso o terroristico e la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Per gli stessi reati il testo approvato dal Senato prevedeva la sospensione dell'erogazione del reddito di cittadinanza solo in presenza di sentenza definitiva. La sospensione può essere revocata dall'autorità giudiziaria che l'ha disposta quando risultano mancare le condizioni che l'hanno determinata.

Le risorse derivanti dallo stop sono riassegnate al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell'usura. Anche se Forza Italia attacca: «Andrà a chi ha compiuto gravi reati».

Confermato, invece, il sussidio per immigrati: spopola in rete un video in arabo destinato alla comunità islamica che spiega come ottenere il reddito di cittadinanza.

È saltato, infine, con un blitz della maggioranza, l'intervento sulle pensioni dei sindacalisti. E Fdi, con il capogruppo Francesco Lollobrigida, si appella al presidente Roberto Fico dopo lo stop all'emendamento al decretone presentato dal partito della Meloni proprio sul tema pensioni.

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