Roma - Beppe Grillo contestato non è una notizia. Grillo accusato di tradire i principi del grillismo sì. È accaduto sabato sera a Lecce. Un gruppo di attivisti del Movimento Cinque Stelle lo ha atteso all'uscita del Politeama dove era in programma il suo spettacolo Insomnia (ora dormo!). Una contestazione in perfetto stile grillino. Con cori ispirati al celebre «vaffa». Insomma chi di «vaffa» colpisce finisce inevitabilmente col perire proprio sotto una montagna di improperi. Ai militanti contestatori non andavano proprio giù le troppe deviazioni nella pratica di governo. E soprattutto questi attivisti delusi hanno mostrato irritazione e delusione verso quello che chiamano il «tradimento» degli impegni presi durante la campagna elettorale.
Sono loro stessi a ricordare quanto accaduto proprio un anno fa. Il 15 marzo scorso iniziava la lunga marcia di avvicinamento del Movimento a Palazzo Chigi e i timori della base erano appunto le alleanze possibili e probabili e quanto queste avrebbero inciso sul programma di governo grillino, che aveva ottenuto un così largo consenso (quasi un elettore su tre lo aveva approvato). In quell'occasione, poco prima di una riunire i vertici del Movimento, Grillo aveva assicurato i cronisti che non sarebbe uscito di scena. «Al contrario! Resto per fare da garante dell'attività di governo del Movimento». Una promessa che i contestatori leccesi sostengono non sia mai stata mantenuta.
«Durante la campagna elettorale - racconta uno de contestatori - avevano promesso che la Tap non sarebbe mai stata ultimata. E che se ne infischiavano dei trattati internazionali. E invece? Ci hanno traditi». «Stessa cosa sull'Ilva - aggiunge un altro contestatore, nelle interviste video pubblicate dal sito del Fatto Quotidiano -. Di Maio in campagna elettorale aveva promesso che sarebbe stata chiusa e invece continua a funzionare e le persone di Taranto continuano a morire di tumore».
Una simile contestazione era avvenuta anche due giorni prima nel capoluogo pugliese. Davanti al teatro Team, dove era in programma lo show del comico genovese si è tenuto un sit-in di protesta e sono state bruciate alcune bandiere del Movimento. Il portavoce dei manifestanti, Betty Cascella, ha ricordato che in tutta Italia sono già in 35mila e sono rappresentati da un avvocato. L'idea è di chiedere restituzione del simbolo e del nome del Movimento. «D'altronde il garante - spiega la portavoce - ha disatteso il primo principio: non trasformare mai il movimento in un partito. A gennaio dello scorso anno sono state create delle strutture verticistiche.
È stato dato un potere enorme, come a Di Maio che è stato scelto in una selezione fra sconosciuti. Ed anche per questo i principi del movimento sono stati tutti disattesi: dall'Ilva alle alleanze, dalla Tap all'obbligo vaccinale, alle spese pazze». Questo non è il grillismo delle origini quindi: «vaffa Grillo!»
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