Grillo detta la linea: su sbarchi e rimpatri noi stiamo con Salvini

Il garante prova a tenere unito il Movimento e dal blog attacca la sinistra: frou frou e cinica

Grillo detta la linea: su sbarchi e rimpatri noi stiamo con Salvini

Quando il gioco si fa duro, Beppe Grillo deve cominciare a giocare. È stata questa la strategia degli sherpa stellati per uscire dall'impasse interna sul nodo immigrazione, scatenata dagli «ortodossi» all'indomani del caso Aquarius, con la scelta dell'alleato Matteo Salvini di chiudere i porti italiani. Fughe in avanti, interviste, post sui social, chat infiammate. Ecco la cronaca degli ultimi giorni del M5s alle prese con l'ennesima mutazione genetica. Per non rompere il giocattolo c'era bisogno dell'intervento del garante. Diplomatico, ma definitivo. Il comico con un post sul Blog, piuttosto malvolentieri a quanto racconta chi lo conosce, ha dovuto interrompere il silenzio. Il titolo è «La politica di governo come sintesi». I contenuti sono appiattiti sulla linea Di Maio-Toninelli. Nessuna concessione al dissenso.

Per Grillo «la sfida che stiamo vivendo è esattamente l'opposto di ciò che viene propagandato dalla sinistra frou frou; quella che si è dimostrata tanto cinica da costruire il caos per poi criticare le mosse di chi cerca di disinnescarlo con ipocriti appelli alla parola solidarietà». Continua la prosa grillesca: «Sarà proprio una sintesi tra simili nella differenza a generare un modello di governo assolutamente nuovo». Così uguali, così diversi, sembra dire il fondatore del Movimento. «Il governo Conte - scrive il garante - riunisce due espressioni diverse del comune bisogno di restituire al nostro paese un ruolo autorevole in Europa». In conclusione il fondatore del Movimento spara su un altro obiettivo: «Invece che occupare Palazzo Chigi con soggetti in palese conflitto di interesse con ciò che era necessario per il Paese abbiamo costruito un governo riunendo chi discute su come e cosa fare di meglio per l'Italia». Similitudini e differenze: «Nessuno ha mai negato l'esistenza di caratteri distintivi, spesso definiti anime incompatibili da chi gufa il governo e lo rappresenta come una sorta di match continuo con Salvini». Le «allusioni» sono «cariche della speranza che il governo Conte sia destinato a naufragare il più presto possibile».

Causa, effetto. L'intervento del fondatore sembra aver riportato la calma, apparente, nelle acque agitate del M5s. La fronda resta, rimangono i dubbi sull'attivismo di Salvini, anche tra alcuni eletti «moderati» del Nord, impauriti dall'onda travolgente del Carroccio. Ma ieri una sorta di timore reverenziale impediva alla «sinistra» grillina di dissentire apertamente dalla linea del fondatore.

Tra i critici c'è il gruppo «napoletano» più vicino a Roberto Fico e un pugno di deputati e senatori, in maggioranza al secondo mandato. Più la «portavoce» alla Camera Silvia Benedetti, coinvolta a febbraio nello scandalo dei bonifici truccati, ora iscritta al Gruppo Misto nella componente Maie, e qualche ex parlamentare come Massimiliano Bernini e la partenopea Vega Colonnese. La senatrice «ortodossa» Paola Nugnes protesta su Facebook: «Me lo ricorderò alla prima manifestazione di gente che incendia auto e rompe vetrine... alle mie rimostranze mi dicono lo stesso: serve ad alzare l'attenzione e ad aprire il dibattito». Riferendosi a qualche collega che avrebbe giustificato così la decisione di Salvini sulla chiusura dei porti alla nave Acquarius.

In effetti, dopo le intemperanze degli scorsi giorni, chi ieri ha potuto vedere la chat dei parlamentari grillini parla di «calma apparente». Chi dissente non commenta, mentre la linea che va per la maggiore è questa: «Abbiamo fatto bene perché sull'Aquarius non sono in pericolo». Che poi è la linea di Toninelli («non per forza bisogna sbarcare in un porto, ma lo si può fare anche su una nave»), di Di Maio e, ora, di Grillo.

E pure di Alessandro Di Battista, da San Francisco: «Sono in accordo - ha detto in un video su Facebook - con

Toninelli? Sì, lo sono. E lo sono anche con Luigi Di Maio. Credo che questa sia l'unica strada per mettere l'Europa davanti alle sue responsabilità. E questo non è razzismo. Conosco Danilo, conosco Luigi, sono miei amici. Avanti tutta».

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