Il fondatore del Movimento dei «francescani» e della «decrescita felice» stacca il suo blog da Casaleggio, l'altro fondatore, per papparsi i ricavi della pubblicità. È la brutale, ma vera, sintesi di quello che sta accadendo tra Beppe Grillo, il suo blog e l'azienda di famiglia del guru dei Cinque Stelle. Un business fatto di inserzioni, banner, clic, visualizzazioni. E un bel po' di soldi, il vero motivo del divorzio tra Grillo e la Casaleggio Associati.
Un giro d'affari che si può stimare intorno ai 500mila euro annui di introiti pubblicitari, senza contare i diritti d'autore e d'immagine del comico, più i suoi libri, anche loro ai bei tempi editi dalla società editrice «Adagio», di proprietà dei Casaleggio.
Tutto, come al solito, è avvolto da una coltre di mistero. Infatti non esistono delle stime ufficiali sui ricavi del blog di Beppe Grillo. E non sono mai esistite. Nel passato si è parlato anche di cifre spropositate come 10 milioni di euro all'anno. La Repubblica in un'inchiesta del 2014 aveva calcolato i ricavi pubblicitari del sito del comico in una cifra oscillante tra i 384mila e i 768mila euro annui. Con 92 centesimi, commissioni escluse, per ogni mille inserzioni cliccate. Infine, l'ammontare stimato con più precisione era di 570mila euro all'anno di guadagni da pubblicità. Secondo una voce interna, un tempo vicina al Movimento e a Casaleggio «ora come ora si tratta di una cifra tirata per i capelli, ma comunque siamo intorno ai 500mila euro all'anno».
Un tesoretto pubblicitario dal quale va esclusa tutta «l'attività di merchandising» che ruota intorno allo showman: spettacoli, libri, tour e tutta la sua immagine. E proprio per questo il «garante del M5s» ha richiamato a sé Cencio Marangoni, il vecchio impresario messo in disparte nel 2005 dall'ingresso della Casaleggio Associati nel business-Grillo.
Il comico, nelle pochissime occasioni in cui ha dato delle cifre, ha parlato di «500-600mila» visite al giorno per il blog. Ma i dati del traffico sono in picchiata. Secondo Alexa, una società del gruppo Amazon leader nelle classifiche mondiali dei siti web più visitati, il blog nel 2006 era terzo nella top ten mondiale, preceduto solo dalla Cnn e dalla Bbc, nel 2009 si piazzava settimo. Oggi il ranking di Alexa ci dice che il sito di Grillo è nella posizione 22.144 al mondo, 445 in Italia. Per correre ai ripari, la Casaleggio nel 2016 fonda «Il Blog delle Stelle» e «Rousseau». E cominciano i problemi tra i due fondatori, sempre per motivi economici più che politici. Beppe Grillo sembra sempre più isolato e tagliato fuori dalla gestione e dai profitti del blog.
A dimostrarlo sono le sue dichiarazioni dei redditi pubblicate sul sito Parlamento.it nella sezione «Dirigenti e tesorieri di partito». Il signor Giuseppe Piero Grillo nel 2015 ha dichiarato 355mila euro, nel 2016 72mila euro. Il comico è più povero di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista che, grazie al loro stipendio da parlamentari, nel 2016 hanno dichiarato ben 98mila euro a testa.
Una dèbacle inaccettabile per il saltimbanco più famoso d'Italia, inserito nel 2009 dalla patinata rivista Forbes tra le più splendenti web star mondiali.
Poi, le Stelle sono diventate cinque e sono cominciati i guai e le tensioni con Gianroberto e la sua azienda; attriti che sono esplosi con l'entrata in scena dell'erede Davide e della piattaforma «Rousseau». Grillo ha dovuto vendere pure una villa in Svizzera, a Lugano. Ora basta. Prendi il blog e scappa.
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