Grillo marcia su Roma: in piazza senza permesso

Il Comune di Roma nega il Circo Massimo al M5S Ma Beppe minaccia: non ci fermeranno, ci andremo

Grillo marcia su Roma: in piazza senza permesso

RomaIl Circo Massimo a tutti i costi. La nuova «Marcia su Roma» del popolo grillino dovrà avere come traguardo più che simbolico il grande stadio romano. Costi quel che costi. Con o senza l'avallo del Comune e della Soprintendenza. Grillo non usa mezzi termini: «Siamo gandhiani, non siamo coglioni». Il leader del Movimento 5 Stelle mal digerisce il fatto che il Campidoglio e tutti gli uffici coinvolti non abbiano ancora espresso un parere positivo circa il progetto di una «tre giorni» a metà ottobre nel corso del quale dare al popolo grillino l'agio di confrontarsi e aggiornarsi su tutti i temi «caldi» del movimento. La cornice? La stessa scelta da quei marpioni dei Rolling Stones per il loro concerto romano di luglio. Un concerto, peraltro, baciato da un successo direttamente proporzionale alle polemiche che hanno investito il Campidoglio e il suo principale inquilino. L'affitto della prestigiosa area archeologica è costata alle «pietre rotolanti» poche migliaia di euro. Apriti cielo! Il Comune ha dovuto correre ai ripari per adeguare le tariffe. Ora Grillo vuole sfruttare la stessa «magica cornice» la sua «Italia a 5 Stelle». Il tam tam sul blog è già iniziato. E tutti rispondono all'appello. «Ci saremo!», in barba ai divieti posti dal sindaco, bersagliato di strali come pochi altri politici. L'appuntamento è fra il 10 e il 12 ottobre.

Però il Comune dalla sua ha un'arma imbattibile: la legge. «Per organizzare manifestazioni in aree sottoposte a vincoli archeologici - recita un comunicato del Campidoglio - è necessario il parere vincolante di un Tavolo Tecnico, cui spetta il compito di decidere se l'evento per cui è stata avanzata la richiesta sia compatibile con le caratteristiche del sito. Al tavolo siedono la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, la Sovrintendenza capitolina, il I Municipio e il Gabinetto del sindaco.

In assenza di un parere positivo, nessuna delle parti coinvolte può procedere autonomamente al rilascio dell'autorizzazione, pena la denuncia all'autorità giudiziaria». Grillo se ne faccia una ragione. E accetti la mano che Marino comunque gli tende. Tre giorni al Circo Massimo sono troppi; cerchiamo una soluzione alternativa. Lunedì prossimo, data del nuovo incontro tra i Cinque Stelle e gli amministratori capitolini, si saprà chi avrà avuto ragione in questo scambio di dinieghi e minacce. Intanto anche la politica si divide. «Sono certo che il Comune e il MiBac daranno il nulla osta - commenta Francesco Giro, deputato di Forza Italia - In passato questo permesso è stato sempre concesso sulla base di progetti compatibili con la natura dell'area.

Se oggi fosse negato si tratterebbe di una discriminazione. A chi gioverebbe?». Di segno opposto l'opinione di Stefano Pedica, senatore del Pd. «Grillo ignora le regole basilari. Impari a rispettarle. Non siamo mica nella Repubblica delle banane».

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