Politica

Grillo studia un algoritmo per cacciare i dissidenti

La dittatura tecnologica del comico: «Stiamo lavorando a un software che espelle automaticamente chi tradisce il Movimento»

Massimiliano Scafi

Roma Radice quadrata di coseno tre per quattro, fratto 2,5 periodico. Mi dispiace, lei è fuori linea: espulso. Ma c'è poco da scherzare, perché tra breve, secondo Beppe Grillo, tra i Cinque Stelle funzionerà proprio così. Una formuletta e via. «Noi - spiega il caro leader - stiamo lavorando a un programma, il cosiddetto blockchain, cioè le catene di blocco per l'informazione criptata. Hai un algoritmo e non ci sono intermediari. Se usato in politica potrebbe essere interessante: se un parlamentare che hai votato non segue il programma viene automaticamente espulso».

Grillo si riferisce a un protocollo inviolabile già utilizzato nel campo dei Bitcoin. Un articolo di Wired spiega in sintesi cos'è il blockchain: «Può essere utilizzata in tutti gli ambiti in cui è necessaria una relazione tra più persone o gruppi. Può garantire il corretto scambio di titoli e azioni, può sostituire un atto notarile e può garantire la bontà delle votazioni, perché ogni transazione viene sorvegliata da una rete di nodi che ne garantiscono la correttezza e ne possono mantenere l'anonimato».

Matematici ed esperti di software sono già al lavoro. Quanti punti farà perdere votare contro le indicazioni del gruppo, più o meno di un semaforo rosso? E che numero di dichiarazioni non autorizzate serviranno per farsi cacciare? Forse, chissà, avrà tanti tasti e bottoni sarà come la macchina di Alan Turing: quella riuscì a decrittare i codici segreti che i nazisti usavano per le loro comunicazioni militari, questa di M5S invece sarà utile per capire se il sindaco grillino raggiunto da un avviso di garanzia di dovrà dimettere subito o dovrà essere ghigliottinato in seguito sulla spiaggia di Sant'Ilario. Un programma specifico collegato a Google Earth stabilirà le coordinate geografiche del fattaccio: a Parma l'espulsione sarà automatica, a Livorno ci si potrà salvare.

Valutare caso per caso? Neanche a parlarne. Del resto da quelle parti il dialogo, la democrazia, il dibattito interno sono dei concetti sconosciuti. Virginia Raggi, candidata al Campidoglio, ha già messo la testa sul ceppo. «Se da sindaco venissi indagata e Grillo me lo chiedesse, mi dimetterei subito. Lui è il nostro garante». Ma forse, se il progetto Imitation game andrà in porto, non ci sarà bisogno di tanta solerzia. «Scrivono che ogni tanto mandiamo via qualcuno. Noi - conclude Grillo - vorremmo fare il contrario: se eleggiamo qualcuno lo mandiamo via subito.

Poi, man mano che segue il programma, lo ammettiamo nel Movimento».

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