Governo al lavoro sulle previsioni di crescita e quindi sui primi passi della legge di Bilancio. Il ministero dell'Economia sta mettendo a punto le cifre della Nadef (la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza) che sarà presentato lunedì o martedì, cercando di metterci dentro un po' ottimismo. Un boost alla crescita del 2021, ad esempio. Il rimbalzo del Pil più volte anunciato dal ministro Roberto Gualtieri dovrebbe tradursi in una crescita del 6%. Performance cinese, dopo mesi con la retromarcia. Ma il governo intende mostrarsi positivo anche sull'anno in corso, con una previsione di fine anno a -9%. Un po' peggio rispetto al -8% sul quale stava lavorando il ministero fino a qualche settimana fa. Comunque una perdita a una cifra rispetto a tante altre previsioni molto più pessimistiche.
Diverso il quadro dei conti pubblici. Il governo nella Nadef dovrà in qualche modo misurare il costo e gli effettidelle misure che saranno contenute nella legge di Bilancio. Uno spiraglio, prima che si alzi il sipario sulla manovra e, cosa ancora più rilevante, sul Recovery fund.
L'intenzione in questo caso è presentare una manovra senza spese in deficit. Scelta che sarà giustificata in parte dal fatto che durante il 2020 sono stati varati decreti per un valore molto superiore a quello di una manovra, circa 100 miliardi di euro, che già pesano su deficit e debito.
Le politiche espansive saranno solo quelle contenute nel Recovery plan italiano. Quindi ancora incerte (l'iter europeo di Next generation Eu non è ancora terminato e le linee guida della Commissione sono più stringenti del previsto).
In sede di legge di Bilancio si tireranno le somme sul destino del Mes. Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri è sempre più esplicito sulla possibilità di finanziare la spesa sanitaria con titoli di debito più convenienti per lo stato, «a tasso zero invece che uno». Il premier Giuseppe Conte insiste con la tesi di una valutazione del Parlamento. Impossibile quindi senza il sì dei Cinquestelle. Se la situazione finanziarie, in particolare quella della cassa dello stato lo rendesse necessario, la parlamentarizzazione del Mes potrebbe essere messa da parte. Anche perché fuori dal Parlamento le pressioni affinché il governo accetti i 36 miliardi del Meccanismo europeo di stabilità sono forti. Dai sindaci, che ieri lo hanno chiesto esplicitamente in un appello, ai sindacati al gran completo. Compreso il leader della Cgil Maurizio Landini, che dalle parti dei Cinquestelle gode di simpatie.
Ma c'è un nodo Parlamento che sul Recovery fund. Ieri la commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera alla Relazione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, con una serie di indicazioni. Come quella di destinare al Sud almeno il 34% dei fondi.
Il governo non sembra propenso a condividere con Camera e Senato i passaggi del piano vero e proprio. I circa 100 interventi, restano al momento un presidio di Palazzo Chigi e, in misura minore, del ministero dell'Economia.
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