Politica

Gualtieri sotto attacco tenta Raggi e Calenda

Il neosindaco di Roma presenta la giunta e corteggia i suoi ex avversari più "utili" al Pd

Gualtieri sotto attacco tenta Raggi e Calenda

Prove tecniche di inciucio capitolino. È il giorno della giunta di Roberto Gualtieri, il neosindaco di Roma appena uscito da un contest elettorale a quattro con Enrico Michetti, Carlo Calenda e Virginia Raggi. Se con il centrodestra la contrapposizione è inevitabile, con il secondo e la terza, o meglio con i loro movimenti il Pd sta cercando di intrecciare i fili del dialogo, in un momento storico particolare da una parte si lavora alle future alleanze per le Politiche mentre sul breve termine si consuma il conto alla rovescia verso l'elezione del nuovo capo dello Stato.

Il neosindaco per la sua squadra sceglie di dare piena rappresentanza alle varie anime e correnti che lo hanno sostenuto: al Pd vanno tre assessorati, tra cui quelli cruciali di Rifiuti e Trasporti; alla Civica due; alla lista Sinistra-ecologista uno, come pure a Roma futura e a Demos. A chiudere il quadro tecnici di area. Una giunta che Calenda definisce «un pessimo inizio»: «Un rappresentante per corrente del Pd e incarichi vari per chi ha costruito le listine a supporto. La giunta è purtroppo esattamente come ce l'aspettavamo».

C'è però un'idea di concertazione allargata agli ex competitor che si fa strada. Nel Pd romano, come scrive Gianfranco Ferroni su Tag43, sono convinti che sia necessario costruire un link con Virginia Raggi e Carlo Calenda. Come? Assegnando loro due ruoli non prettamente politici, ma di forte visibilità. «Facciamo come con il Copasir, la commissione parlamentare per la sicurezza, che viene assegnata all'opposizione», è l'indicazione. L'intenzione del neosindaco sarebbe quella di istituire due commissioni speciali, una denominata «Expo 2030» per Raggi, un dossier molto caro alla ex sindaca, e l'altra «Giubileo 2025» per Calenda. Raggi dovrebbe occuparsi di guidare un gruppo di studio sul futuro della città in tema di transizione ecologica, smart city ed economia circolare.

Calenda - che nel giro di pochi giorni ha cambiato idea, ha ritirato le dimissioni e ha deciso di rimanere per qualche mese sul seggio capitolino - avrebbe invece campo libero per le scelte da effettuare in vista del prossimo appuntamento giubilare. «Un incarico, quest'ultimo - spiega Ferroni -, che permette di tessere relazioni forti con il Vaticano, e potrebbe trasformarsi, potenzialmente, in un mandato governativo di commissario straordinario, come quello che venne affidato nel precedente giubileo a Guido Bertolaso». Certo ci sarebbe il problema di far dialogare due figure che quando furono costrette a confrontarsi ai tempi del mandato ministeriale di Calenda al ministero dello Sviluppo economico si scontrarono in maniera frontale. A quei tempi, però, entrambi vivevano una fase più barricadera della loro storia politica, oggi certe asperità sembrano essersi ammorbidite sull'uno e sull'altro fronte. Calenda ha più volte ribadito le intenzioni della sua lista, ovvero un'opposizione «ferma ma costruttiva». Quindi nessun ruolo in giunta e nemmeno nei Municipi.

Queste commissioni speciali potrebbero però fare storia a sé, anche se finora sulla questione il diretto interessato non è stato ancora interpellato. «Non ne so assolutamente nulla. Non me ne ha parlato nessuno. Prossima volta occorrerebbe verificare». Nel suo movimento, infatti, c'è chi è convinto che Gualtieri abbia molte cambiali da pagare e l'allargamento agli «esterni» non sia così realistico.

Ma la ragion di Stato, o meglio quella della corsa all'elezione del nuovo capo dello Stato, potrebbe facilitare il sacrificio.

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