Un video "rubato" dietro le quinte dello spettacolo del comico Ary Abittan, interrotto sabato scorso a Parigi da una contestazione del collettivo NousToutes, mostra la première dame Brigitte Macron dare conforto all'attore. E, nel farlo, gli sussurra: "Se ci sono delle brutte stronze, le buttiamo fuori...". È il giorno dopo la protesta femminista, quando le attiviste, dalla platea, hanno gridato al comico: "Abittan stupratore!", indossando maschere con la sua immagine, provando a fermare lo show.
Ventiquattr'ore dopo, la moglie del presidente della Repubblica va nel camerino del noto umorista transalpino: 13 commedie all'attivo sul grande schermo e ora tornato in teatro dopo quasi tre anni di assenza sul palco delle Folies Bergère dopo il calvario giudiziario legato alle accuse di violenza sessuale. È stato infatti incriminato per stupro nel 2021. Poi scagionato; non luogo a procedere confermato in appello a gennaio. A 50 anni, Abittan stava segnando una rinascita professionale intrecciando umorismo e vita personale. Poi l'arrivo di Brigitte: interpretato come difesa della presunzione d'innocenza e della magistratura. Ma con frase che ha messo a lei un bersaglio critico sulla schiena. Politico. "È ora che i Macron se ne vadano", tuona la melénchoniana Manon Aubry: "Si comincia con i diritti delle donne grande causa del quinquennato e si finisce con gli insulti", dice alludendo alla battaglia contro le violenze che Emmanuel Macron definì "la più importante" del primo mandato. Per l'ex presidente François Hollande la première dame ha un "problema di volgarità".
Il video - sottotitolato e ripubblicato su Instagram dalle attiviste, con Brigitte ripresa di spalle - è diventato virale, imbarazzando l'Eliseo. "Allora, come stai?", chiede la première dame all'attore. "Ho paura di tutto", risponde, prima che si riapra il sipario il giorno dopo la "prima" interrotta. Poi la frase incriminata di Brigitte, sul cacciare eventuali disturbatrici. "Dici?", ribatte il comico. "Sì, soprattutto banditi mascherati", aggiunge lei. Ma chi sono queste femministe? NousToutes vanta un centinaio di comitati in scuole superiori e università; è nato nel 2018 con l'idea di portare alla luce la rabbia di donne che hanno in comune l'esser state vittime di violenza, secondo Caroline de Haas, una delle ideatrici. Ha promosso "piazze" collaborando con vari partiti della gauche: France Insoumise, Génération.s, ecologisti, socialisti e Nuovo Partito Anticapitalista. Nel 2021, la denuncia sui social delle violenze subite da attrici di teatro. Poi la campagna #MeTooInceste per raccogliere testimonianze di abusi legati all'infanzia. Per la leader ecologista Marine Tondelier, quelle di Brigitte sono dunque "parole gravissime". Ma il caso apre anche il dibattito sul rispetto dei verdetti della giustizia. "Quest'uomo può riprendere il suo lavoro come prima, dopo il non-luogo a procedere?", attacca l'ex portavoce del governo, la macroniana Prisca Tevenot. L'entourage della first lady spiega che la critica è al loro "approccio radicale, volevano impedire all'artista di esibirsi". "Brigitte ha scelto da che parte stare, come suo marito", rincara la dose Gwen, attivista presente sabato, "l'archiviazione non è un'assoluzione, siamo indignate e scioccate dalle parole umilianti e sprezzanti della première dame, così insulta le vittime".
La bagarre permea pure la campagna per le Comunali: a Parigi cavalca il caso la candidata trotskysta di Révolution Permanente, Ariane Anemoyannis. Su BfmTv invita a dare una lezione all'Eliseo alle urne. A marzo si voterà in oltre 35mila comuni.