Guerra in Ucraina

La guerra "fucila" la ripresa: Pil +2,5%. E l'Ocse punta il dito contro i bonus

L'inflazione vola al 9%, gli aumenti dei salari non basteranno. Arriva l'invito a rimuovere con gradualità gli stimoli fiscali

La guerra "fucila" la ripresa: Pil +2,5%. E l'Ocse punta il dito contro i bonus

Chi più di tutti paga «il prezzo delle guerra», come titola l'Ocse nel suo ultimo rapporto? Leggendo le stime dell'Organizzazione parigina, riviste drasticamente al ribasso rispetto all'outlook dello scorso dicembre, la risposta non può essere che una: l'Europa. Il conflitto in Ucraina, con la folla giostra dei rincari indotti anche dalle sanzioni verso Mosca, ha esacerbato le spinte inflative e reso la ripresa economica più vulnerabile a una choc recessivo. Una situazione da prendere con le pinze anche dal punto di vista delle politiche monetarie, con la Bce chiamata oggi a rendere note le nuove previsioni sul carovita e a confermare le attese circa un rialzo dei tassi in luglio da un quarto di punto.

Così, il danno è fatto. Il Pil globale quest'anno crescerà del 3%, dal 4,5% dell'outlook autunnale, e del 2,75% nel 2023, mentre gli Usa sono accreditati di un +2,5% nel 2022 e di un +3,7% nel '23; la Cina si espanderà del 4,4% quest'anno e del 5,1% il prossimo Quanto all'eurozona, dovrà accontentarsi a fine dicembre di un +2,6% (dal +4,3% precedente) e di un +1,6% l'anno prossimo (+2,5%). Misure di ritorsione ad ampio spettro nei confronti del Cremlino (tipo l'embargo al gas) costerebbero infatti, in base ai calcoli dell'organizzazione parigina, oltre 1,2 punti di crescita e un impatto di un punto aggiuntivo sui prezzi al consumo, che a livello mondiale dovrebbero toccare nel 2022 il 9 per cento.

Di sicuro, il boom post-Covid dell'Italia (+6,6% nel 2021) è ai titoli di coda. Se andrà bene, la crescita non supererà quest'anno il 2,5% nel 2022 e l'1,2% nel 2023. Gli incrementi dei salari, avverte Parigi, non compenseranno completamente la spesa che le famiglie dovranno sostenere in ragione dell'aumento del costo della vita. È la stretta dipendenza nei confronti della Russia, soprattutto per l'approvvigionamento di metano, a presentare un conto salato. Di qui l'invito a dar corso ai propositi di investire nelle rinnovabili, la strada giusta per «rafforzare ulteriormente la sicurezza energetica». Ad attutire, seppur parzialmente, gli effetti della minore crescita saranno i nuovi incentivi per il settore privato e le misure del Pnrr, anche se l'Ocse sollecita il governo a rimuovere gradualmente gli stimoli fiscali messi in campo per contrastare la pandemia. A preoccupare gli esperti di Parigi sono piuttosto le ricadute negative sul Pil che potrebbero derivare da un «netto incremento dei rendimenti obbligazionari» la cui priva conseguenza sarebbe un peggioramento del debito (che toccherà il 148,3% l'anno prossimo). Da quando la Bce ha segnalato l'intenzione di chiudere l'era degli aiuti e ha contestualmente messo in cantiere la prima stretta del costo del denaro dopo anni, non sono mancati segnali di tensione sugli spread (stabile ieri a 211 punti quello fra Btp e Bund). Di qui l'invito alla prudenza: «La Bce sia cauta nel rimuovere stimoli - sottolinea l'Ocse - , eviti l'allargamento degli spread e utilizzi tutta la flessibilità sui rinnovi dello stock di titoli di Stato».

Oggi Christine Lagarde (in foto) potrebbe raccogliere l'invito, confermando le indiscrezioni di uno scudo anti-speculazione pronto a entrare in azione in caso di bisogno.

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