
Ha fatto bene. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sciolto una commissione sui vaccini in cui erano entrati anche due nemici dei vaccini: ma l'errore era stato in virtù del paradosso di un pluralismo malato, buono a scambiare la scienza per un talk show.
Anche basta con le balle elevate a dignità mediatica, perché non è vero che un'opinione vale quanto un'altra: la verità scientifica non è una mediazione tra like e follower, non lo è nella medicina, nella fisica, nella geografia e in molto altro. Sarebbe come nominare una commissione per stabilire le misure della Terra e infilarci due terrapiattisti: la Terra diventerebbe ovale, sferica o piatta secondo l'opinione dell'elettorato. Schillaci ha fatto l'unica cosa possibile: ha buttato giù la baracca perché la scienza non è pluralista, funziona per verifiche, prove, metodo sperimentale e dati. Non è un'assemblea di condominio. Non è il solito casino. La medicina non discute se i vaccini funzionano: misura quanto, come e su chi funzionano. Poi su internet raccontino quello che vogliono.
È anche prevedibile e normale che una Giorgia Meloni o un Matteo Salvini recitino la loro parte: ossia che fingano fastidio, protestino e parlino di metodo e di rispetto delle minoranze. Fa parte della mediazione politica. Poi, in concreto, si parla di quattro votarelli No Vax che vivono in una caverna digitale popolata di microchip nei sieri, di piani mondiali di sterminio, queste cose. Schillaci lo sa. Lo sappiamo tutti. La commissione tornerà a gente normale che i vaccini li studia e non li demonizza: e lo scriviamo mentre in tutto l'Occidente, per gli strascichi dei No Vax, sono risaliti i casi di morbillo.
Il problema, quello più grave, è che questo odioso problema si ripete ormai ovunque: nell'informazione, nella politica e persino nella scienza stessa; il principio di realtà si dissolve in un'orgia di equivalenze dove il parere del premio Nobel è contrapposto a quello di mio cugino su Facebook, dove il referto di un ospedale è analizzato da un naturopata improvvisato.
Schillaci ha solo tagliato corto.
E non c'è niente di più scandaloso, oggi, che fare una cosa ovvia.