«Ha infranto il vangelo, quella regola non scritta che dal secondo dopoguerra ha stabilito non ci debba essere nulla a destra dei cristiano-democratici - spiega Antonio Villafranca, responsabile dell'Osservatorio Europa dell'Ispi (Istituto per gli Studi di politica internazionale) -. Invece la Cancelliera ha lasciato troppo spazio all'estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD), che con il voto in Assia è ormai in tutti i Länder».
È per questo che annuncia l'addio? Angela Merkel ha perso il suo tocco magico. Da quando?
«È un percorso cominciato con le elezioni federali, in cui la Cancelliera non è stata più riconosciuta come leader indiscussa e indiscutibile. Le estenuanti negoziazioni e la grande coalizione con la Spd l'hanno indebolita. Non solo: i cristiano-sociali non le hanno mai perdonato la decisione di aver aperto le porte a un milione di migranti».
Non c'è anche un logoramento fisiologico dopo 13 anni di potere?
«Certo, anche perché con gli anni da leader della Cdu siamo a quota 18, un tempo abbastanza lungo in cui la Cancelliera è riuscita a coprire un ampio spazio politico, dalla sinistra moderata alla destra moderata. Fino a che non è cambiato il contesto internazionale ed europeo.
Cosa è accaduto?
«Sono arrivati i dossier scottanti, sui quali bisognava prendere posizione, sapendo che parte dell'elettorato si sarebbe allontanato. La scelta pro-migranti non è stata accettata da molti. E le cose potrebbero peggiorare».
Il governo di Berlino rischia di cadere?
«La sua durata è ormai una grande incognita. L'Spd deve prendere una decisione esistenziale perché al governo continua a perdere voti a vantaggio dei Verdi. Poi c'è il fattore AfD».
Dobbiamo aspettarci nuove sorprese dall'estrema destra?
«Dire di sì. Le ultime elezioni sono state nella Germania occidentale e centrale ma nel 2019 si voterà in molti Länder dell'Est dove l'AfD è data sopra il 20%. Rischia di diventare primo partito».
Con il salario minimo, le nozze omosex e lo stop al nucleare, Merkel si è spostata troppo a sinistra?
«Sì, c'è stato un eccessivo spostamento al centro o addirittura a sinistra. Poi ci sono le questioni concrete che fanno allontanare la gente, come l'impennata dei prezzi degli affitti. Un problema serio in un Paese in cui i proprietari di immobili sono pochi. Il governo se n'è reso conto troppo tardi».
Cosa accadrà adesso in Europa? Sarà una Ue trainata da Macron?
«Non credo che la Francia possa prendere il posto della Germania, tanto più perché Macron ha debolezze notevoli».
L'uscita di scena di Merkel è una cattiva notizia per i moderati e una buona notizia per i sovranisti?
«Una Germania più debole non fa bene a nessuno. Anche dal nostro punto di vista, da italiani. Non possiamo aspettarci che un'Europa più debole diventi più accomodante in tema di fiscalità».
Vedremo Merkel nella carriera di oratrice o di consulente strapagata come Schroeder?
«È presto per dirlo. Ma la Cancelliera finora ha riservato sorprese. Potrebbe farlo anche in futuro».
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