Tallinn, avamposto dell'orso russo sul mar Baltico ai tempi della Guerra Fredda, si appresta a diventare il cuore pulsante di una cyber-guerra senza precedenti, ma dall'altra parte della barricata. A Tallinn infatti si trova il Centro di Eccellenza Nato per la Difesa Cibernetica, e al quartier generale estone farà riferimento a breve l'Ue per scongiurare hackeraggi su vasta scala. Bruxelles ha deciso di rafforzare le sue difese chiedendo il supporto della Nato. Dopo un anno che ha visto in crescita gli attacchi informatici contro server europei, in un clima di particolare ansia dopo le accuse degli 007 americani alla Russia di interferenze nelle presidenziali a stelle e strisce, i 28 dell'Europa chiedono protezione. Secondo un'indagine del Financial Times nel 2016 i server della Commissione hanno subito 110 tentativi di hackeraggio, (+ 20% rispetto al 2015). Novembre è stato il mese di un attacco su vasta scala, contenuto discretamente dai meccanismi di protezione che potrebbero non bastare più. Parte proprio dai timori emersi nei mesi scorsi la decisione di affidarsi al programma della Nato «Computer Incident Response Capability». Si tratta di un sistema centralizzato che protegge dalle minacce cibernetiche i vari siti, portali e pagine web sparsi nei Paesi che aderiscono all'Alleanza. Bruxelles ha inoltre raccomandato ai suoi funzionari di usare mail criptate.
Anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo apertamente, il timore è che Mosca possa interferire con le elezioni dei prossimi mesi in Francia (aprile) e Germania (settembre), condizionando equilibri e alleanze. Sulla vicenda si è espresso Julian King, commissario Ue per la sicurezza. Il diplomatico britannico ha denunciato «una diffusione sempre più ampia di attacchi informatici provenienti da fonti diverse, minacce persistenti e sempre più pericolose e potenzialmente distruttive che cercano di minare la fiducia nelle nostre democrazie». In Germania Angela Merkel, che a settembre si presenterà per il quarto mandato, sostiene che i cyber attacchi e le campagne di disinformazione russi potrebbero «giocare un ruolo nella campagna elettorale». Non parla apertamente della Russia il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian, ma anche lui ha rivelato di temere per la vulnerabilità delle presidenziali di aprile: «In Francia l'anno scorso gli attacchi sono raddoppiati. È da ingenui pensare di rimanere immuni da questo rischio». Francia e Germania chiederanno inoltre ai gestori dei social media, come Facebook e Twitter, di vietare la diffusione automatica di falsi messaggi politici, quelli che nel linguaggio tecnico prendono il nome di social bots.
E se Tallinn diventa base operativa per le cyber-difese d'Europa, un'altra Repubblica baltica, la Lituania, ha deciso di bloccare i piani per la realizzazione del più grande centro privato di raccolta dati.
Vilnius teme legami tra i gestori della struttura e alcuni elementi dei servizi russi. Mosca ne prende atto e risponde al premier lituano Skvernelis allo stesso modo in cui si è espressa Washington: «Sono solo montature, è solo un'assurda caccia alle streghe».
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