"Porci, mafiosi...": Bizzarri zittisce Sibilia

Il sottosegretario all'Interno, il grillino Carlo Sibilia, sponsorizza un evento contro lo 'hate speech' e il conduttore Luca Bizzarri gli ricorda che è stato il M5S, per primo, a usare espressioni d'odio in politica

"Porci, mafiosi...": Bizzarri zittisce Sibilia

"Ci vediamo alle ore 11:00, in diretta Facebook sulla mia pagina per parlare di #HateSpeech. Ricordo che il dibattito sarà aperto da un messaggio di saluto della senatrice a vita Liliana Segre. Seguiteci!". Ad annunciarlo sulla sua pagina Facebook è il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia.

"Nel 2020 sono aumentati i reati online del 14,8%. Ricordiamoci che ciò che è illegale offline è illegale anche online", si legge nella card allegata da Sibilia nel suo tweet. "Una delle pratiche più comuni che istituzioni e forze dell'ordine devono sconfiggere insieme è quello dello hate speech. Accettare questa sfida è già il primo passo culturale per ridurre il fenomeno", è la conclusione della frase con cui si pubblicizza l'evento dal titolo 'Hate speech, il lato oscuro delle parole in libertà', sponsorizzato dall'associazione culturale Italia più 2050. Un dibattito sicuramente utile e interessante, ma, come fa notare il presentatore Luca Bizzarri, sorprende che una simile iniziativa parta proprio dal M5S che è comparso sulla scena politica con toni estremamente forti. “Buongiorno, tutto è nato quel giorno in cui abbiamo mandato tutti a fare in culo, poi abbiamo dato a tutti dei porci e dei mafiosi, abbiamo detto che erano morti. Ma ora parliamo di Hate Speech", twitta il conduttore genovese.

A rendere il tweet ancora più interessante è un retroscena che Il Giornale aveva raccontato a fine maggio. Erano i giorni in cui il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, aveva denunciato di essere stata vittima di hate speech quando, secondo le nostre fonti, uno dei tweet che alimentò la campagna d'odio era partito proprio da Carlo Sibilia. "Sono i cittadini a pagare quei voli e attendono una risposta!", aveva scritto il sottosegretario grillino il 27 maggio scorso. Un tweet di cui, ora, non c'è più traccia. "È evidente che il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, in persona è intervenuta per farlo rimuovere perché è sconveniente che dal Viminale partano attacchi contro la seconda carica dello Stato", ci avevano confidato le nostre fonti.

È pur vero che Sibilia, poi, aveva espresso "solidarietà alla persona ed alla seconda carica dello Stato" e aveva assicurato tutto il suo impegno "nel perseguire gli autori di tali espressioni di odio", ma la contraddizione inevitabilmente è difficile da dimenticare.

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