Politica

I 5s commissariano Conte

Sconfessata la linea del leader che sognava Draghi. I senatori: "I capigruppo lo affianchino nelle trattative"

I 5s commissariano Conte e chiedono il Mattarella-bis

In mancanza di una strategia, il M5s si aggrappa al bis di Sergio Mattarella e i gruppi parlamentari commissariano un Giuseppe Conte sempre più delegittimato. Come era filtrato già da alcuni giorni, i pentastellati tentano la carta del secondo mandato del Capo dello Stato in carica. Una mossa al limite della disperazione, data l'indisponibilità dello stesso Mattarella alla rielezione, per evitare che la lotteria del Quirinale porti come risultato l'implosione dei Cinque Stelle e una probabile importante pattuglia di franchi tiratori provenienti dalle fila grilline. L'assemblea dei senatori prova a dettare la linea ai vertici. A Palazzo Madama, una volta dipinto come il fortino dei contiani, la capogruppo Mariolina Castellone convoca una riunione da cui emerge «a larghissima maggioranza» la spinta per un nuovo mandato dell'attuale presidente della Repubblica. I senatori - quasi all'unanimità - chiedono a Conte di fare pressing per la riconferma di Mattarella, in barba anche alle promesse di coordinamento della strategia con gli alleati del Pd e a sinistra dei dem. Una fuga in avanti del gruppo del Senato, in continuità con le lamentele per il mancato coinvolgimento dei parlamentari nel risiko quirinalizio da parte di Conte. E infatti l'altra richiesta è che «i capigruppo partecipino alla scelta del presidente della Repubblica in ogni fase decisionale» a fianco del leader. Anche questa indicazione, fanno sapere fonti del M5s, è stata appoggiata sostanzialmente all'unanimità dai partecipanti collegati in videoconferenza.

Ma in queste ore, tra gli eletti di Montecitorio e Palazzo Madama, tiene banco anche la questione del 2x1000. La svolta, approvata dagli iscritti a fine novembre, rischia di trasformarsi in una bolla di sapone. Infatti la Commissione di garanzia ha respinto la richiesta del M5s di accedere ai fondi del 2x1000. Lo stop ha avuto l'effetto di scontentare tutti. I più ortodossi, contrari all'accesso ai contributi, ribadiscono le loro ragioni e sparano sui vertici. Il grosso di chi era favorevole al 2x1000 accusa Conte e i suoi di faciloneria e imperizia. Secondo l'Adnkronos, in ambienti pentastellati si starebbe ragionando sull'ipotesi di avvalersi della proroga dei termini per presentare la documentazione: uno scenario di cui ha parlato l'ex capo politico Vito Crimi in Senato. Se la domanda non sarà rivalutata «accederemo l'anno prossimo», ha spiegato Crimi. Insomma - la conclusione del ragionamento - «se salta nel 2022 comunque ci riproveremo nel 2023».

E sempre ieri un'altra bomba. L'annuncio della candidatura dell'europarlamentare Dino Giarrusso come governatore della Sicilia alle regionali previste quest'anno. «Mi candido alla presidenza della Regione Sicilia», ha detto l'ex Iena a L'Aria che Tira su La7. «Con Conte ne parleremo», ha aggiunto, salvo precisare di voler correre a eventuali primarie di coalizione con il centrosinistra. Ben diversa la strategia di Conte, che invece puntava su un accordo con i dem e sulla corsa del vicesegretario del Pd Peppe Provenzano. Per calmare le acque il capo pensa a una nuova infornata di poltrone: 110 referenti provinciali nella speranza di dare un contentino a tutti. Ma anche su questo non mancano le polemiche: «Così depotenzia i territori con incarichi di facciata, non li valorizza». Ai parlamentari, insomma, non basta l'ennesima distribuzione di ruoli all'interno del partito.

I gruppi vogliono contare, a cominciare dalla partita del Quirinale.

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