Niente quorum in prima votazione, nuovi ricorsi già annunciati e un Beppe Grillo molto preoccupato. Dal «bagno di democrazia» alla «doccia fredda», come sintetizza l'avvocato dei ricorrenti napoletani Lorenzo Borrè, che ha già pronto il colpo in canna di una nuova impugnazione della votazione della seconda chiamata che si è conclusa ieri alle 22. Sì perché i 34.404 votanti del primo turno di giovedì non sono bastati a raggiungere il quorum per confermare sostanzialmente lo Statuto bloccato dal Tribunale di Napoli né per dare il via libera alle modifiche necessarie per poter accedere al 2x1000. Ma una volta approvato lo statuto-fotocopia già bloccato dai giudici, non finiranno i problemi legali per il M5s, nonostante il leader Giuseppe Conte, che è anche avvocato, abbia detto di volerla finire «con le carte bollate e i cavilli». «Conte si aspettava un bagno di democrazia e ha ricevuto la doccia fredda da parte della realtà, avendo votato meno di un quinto degli iscritti», commenta Borré. L'avvocato annuncia già altri ricorsi e nuovi stop al percorso della leadership di Conte: «L'aver definito cavilli - spiega il legale - questioni attinenti principi di rilevanza costituzionale segna un cambio di paradigma indigesto ai più. Le modifiche saranno sicuramente approvate, ma considerati i vizi che le minano e ne predicono l'annullamento, mi domando: che senso ha tutto questo?»
Gli iscritti rappresentati da Borrè infatti sono pronti anche a muoversi sulla questione del trattamento dei dati degli iscritti e a fare esposto al Garante della privacy, oltre che alla Procura della Repubblica, dato che secondo loro il M5s non avrebbe potuto indire un'altra assemblea degli iscritti in quanto senza un rappresentante legale dopo il congelamento della leadership di Conte da parte dei giudici del capoluogo campano. Beppe Grillo intanto si tiene fuori dalla disputa, rimane in silenzio e non benedice la strategia contiana di ripetere la votazione con lo stesso Statuto già bocciato dal Tribunale.
Anzi, in privato ha già espresso perplessità e avrebbe voluto agire in maniera più cauta votando prima il Comitato di Garanzia sulla vecchia piattaforma Rousseau. Ma il presidente della Camera Roberto Fico prova a blindare l'ex premier: «Conte è un grande leader».
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