La lettura è più semplice di come appare. C'è stato un pareggio perché nessuno è in grado di vincere. Il M5s è diventato una somma di correnti, un partito variegato che sconta la mancanza di classe dirigente. Da qui le difficoltà anche in un passaggio, se vogliamo banale, come la scelta del capogruppo al Senato. La frammentazione ha portato al pari e patta (36 voti ciascuno) tra l'uscente Ettore Licheri e la sfidante Maria Domenica Castellone per il ruolo di presidente dei senatori. Il secondo scrutinio ci sarà la settimana prossima, intanto proseguono le trattative. In ballo l'ipotesi di un ticket tra il contiano Licheri e la Castellone o un terzo nome. Però quest'ultimo scenario è improbabile, dato che i due contendenti difficilmente si ritireranno.
Martedì il secondo round. Le due assenti di mercoledì scorso, le senatrici Giulia Lupo e Grazia D'Angelo, contattate dall'Adnkronos, non escludono l'appoggio alla parlamentare campana che sfiderà il candidato di Conte, molto amico di Paola Taverna. Un Cinque Stelle conferma al Giornale che il boicottaggio di Licheri è stato «anche un voto contro Paola, non amatissima dai suoi colleghi». E, in vista dell'elezione del capogruppo alla Camera, Montecitorio è già un Vietnam. Il mandato di Davide Crippa era in scadenza a fine dicembre, ma si è deciso di anticipare il voto a metà mese. Crippa, vicino a Beppe Grillo, probabilmente correrà di nuovo e può vincere, nonostante l'ex premier abbia tentato di rimuoverlo. «Un candidato di Conte prenderebbe al massimo 15/20 voti», è un commento raccolto nel gruppo. Perciò sembrano intenzionati a rinunciare alla corsa due contiani di peso: gli ex ministri Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede. Si affaccia il nome di Angelo Tofalo, che potrebbe correre come candidato alternativo, sostenuto anche da Crippa, se ci fosse un avversario forte vicino all'attuale leader del M5s. Nel frattempo Alessandro Di Battista fa sapere: «Non escludo un nuovo movimento». Una potenziale calamita per tanti scontenti.
L'avvocato è consapevole di non tenere i parlamentari.
Ed ecco le richieste reiterate di un incontro con Grillo, a Roma oppure a Genova a casa del comico. Ma le telefonate tra i due non sono andate bene. «Ti pare che Beppe lo incontra, dopo che Conte ha trattato in quella maniera Crippa?», è la sintesi di un alto dirigente stellato.
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