I 5S "spariscono" dai Comuni: nemmeno un sindaco grillino

Nemmeno la territorialità che aveva caratterizzato il M5S "salva" i grillini: in nessuno dei grandi Comuni al voto viene (o sarà) eletto un rappresentante pentastellato

I 5S "spariscono" dai Comuni: nemmeno un sindaco grillino

Il "vento del cambiamento" che spirava fino a un anno fa si è fermato e cade un altro mito. Il Movimento 5 Stelle si "normalizza" diventando un partito vero e proprio e l'iperlocalismo che aveva caratterizzato i pentastellati non funziona più.

Già le Regionali lo avevano via via confermato, ma è il voto nei Comuni a certificarlo. I MeetUp che presidiano il territorio, fondamentali per costruire quel legame che sembra mancare alla vecchia politica, non bastano più. Nei capoluoghi di Provincia non c'è più storia: alle urne l'hanno spuntata praticamente ovunque i candidati di centrodestra o centrosinistra. E pure dove si va al ballottaggio, i 5 Stelle sono fuori ad eccezione (forse) solo di Campobasso. Persino Livorno, finora roccaforte grillina, ha deciso di cambiare e affidarsi a Luca Salvetti (Pd) o Andrea Romiti (centrodestra).

Il centrosinistra si è confermata nelle sue città "chiave": Firenze, Bergamo, Bari e Pesaro hanno deciso di rinnovare la propria fiducia ai sindaci dem. Proprio come hanno fatto - sul versante opposto - quelli di Perugia, e Urbino che puntano ancora sul centrodestra. Lo stesso centrodestra che strappa alla sinistra pure Pescara (che negli ultimi anni ha alternato sindaci di centrosinistra e sindaci di centrodestra).

Un nuovo confronto alle urne sarà invece necessario a in undici capoluoghi, cinque (Lecce, Modena, Cesena, Avellino, Reggio Emilia) che vedono il centrosinistra avanti e sei (Pavia, Rovigo, Ferrara, Vibo Valentia, Foggia e Potenza) in cui sembra prevalere il centrodestra. In questi Comuni tutto è rimandato alle urne.

Solo Campobasso dà qualche (flebile) speranza ai 5 Stelle: nel capoluogo del Molise il centrodestra è appena sotto al 50% e si andrà probabilmente al ballottaggio.

Per il secondo gradino del podio - a scrutinio ancora in corso - è testa a testa tra il Pd e il M5S. Con il candidato dem in leggero vantaggio pure qui.

Insomma, il M5S voleva cambiare l'Italia. Ma sembra sia cambiato troppo perdendo il contatto con la propria base.

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