Col Partito democratico sì, ma non con Renzi e Boschi. E poco importa se molti dei parlamentari dem facciano riferimento proprio all'ex premier.
Dopo aver scaricato Salvini, il Movimento 5 Stelle è infatti sempre più vicino a un accordo con il Pd per evitare il ritorno alle urne. Formalmente ancora nessun contatto, ma le basi ci sono tutte. Anche se c'è chi - come il sottosegretario grillino 5S Stefano Buffagni - ammette di essere "terrorizzato" dall'idea di gestire una vicenda come Mps governando con i dem.
Così, forse anche per tranquillizzare la base, è partita la corsa a minimizzare e a smarcarsi dai "nemici numero uno" della scorsa legislatura, cioè Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Ecco quindi che stamattina Alfonso Bonafede abbia bollato come "gioco sporco" le voci di chi accosta alla compagine pentastellata i "nomi del passato che hanno creato disastri nel nostro Paese".
"Il MoVimento non si siederà mai al tavolo con Renzi e/o Boschi", dice il ministro della Giustizia su Facebook, "La questione non è personale: il Paese ha ancora bisogno di un cambiamento che è totalmente incompatibile con certi nomi. È un momento delicato per il Paese. Ora basta con le bufale, siamo seri per piacere". Una bufala, insomma. Proprio come spiega Riccardo Fraccaro: "Non faremo accordi con Renzi e Boschi, è una bufala". E nell'assemblea dei parlamentari 5S Luigi Di Maio assicura di volersi rimettere alla decisione del Quirinale: solo Sergio Mattarella povrà decidere, secondo il leader grillino, se ci sono i presupposti per un governo sostenuto da una nuova maggioranza.
Peccato che - se non si va al voto - sia il Capo dello Stato che il M5S dovranno tener conto dei
parlamentari. E su 162 onorevoli del Pd circa un centinaio rispondono proprio a Matteo Renzi (una sessantina alla Camera e una quarantina al Senato). Difficile che le istanze dell'ex premier possano non essere ascoltate...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.