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I big anti Casta si presentano con scorta e auto blu

Idee confuse anche tra i partecipanti: «Qui contro i vitalizi? Boh, ci hanno detto di venire»

I big anti Casta si presentano con scorta e auto blu

«A ladri! A maledetti! A fiji de na mignotta! Se vojono rubare tutto! Tutto! Vergogna, vergogna, vergogna-a-a-.a».

Il rutto è così diventato unico, ed era l'antico rutto del M5s, che si è propagato nell'aria, a piazza Sant'Apostoli, dove ieri si sono radunati i disposti ancora a tutto («Siete grandi. Semo l'unici! Daje! Scassamo!»), i 5 stelle delle origini, ma anche i manifestanti per un pomeriggio, i turisti dell' «annamo un po'a fa casino». Dai 90 autobus che sono giunti a Roma è sceso ogni carattere italiano, ma a distinguersi era il ciociaro Livio Mascia, fan di Paola Taverna («Ce voi tu! Vojamo te») fino al catanese Concetto Musumeci che sogna per il movimento un nuovo leader, «insomma uno come AndreottiCioè volevo dire uno come Luigi Di Maio». E a quel punto le idee erano tanto confuse e sottosopra che ogni partecipante diceva la sua contro il mondo, il clima, la giustizia, la democrazia, solo per ultimi i vitalizi («Ripetete! Maledetti! Basta!»). E però, il momento fatale del situazionismo, del «ma che ce stò a fare qui», si è registrato quando Ermanno Marziali ha retto, a sua insaputa, uno dei quattro bastoni del lenzuolo «Rivoluzione gentile». Tutti hanno pensato che fosse una sardina imbucata e invece era solo un pover'uomo chiamato a dare una mano: «Un so proprio che c'è sta scritto. Boh. Semo venuti. M'hanno detto de venì».

Chi ha partecipato all'evento organizzato dal M5s «Basta vitalizi» ha avuto la possibilità di ricevere una copia de La Notizia Giornale, nuovo giornale del popolo, («Pijatelo. O regalano»), che ha scalzato come riferimento cartaceo Il Fatto Quotidiano, e che ieri titolava sul suo sito «Arrendetevi siete circondati». Davvero si era circondati, ma da onorevoli, sottosegretari, ministri, nomenklatura che a ogni passo si muoveva con almeno tre uomini di scorta e perfino con l'auto blu (Di Maio e Alfonso Bonafede) eccetto il senatore Elio Lannutti, a cui è stata scippata («Brucia ancora» riconosce) la presidenza della Commissione Banche e che sconsolato dice: «Il problema di questo paese è la massoneria. Senti a me». E per Massimo Angeloni sono invece i magistrati: «Ho 34 procedimenti penali aperti. Sono venuto per parlare con Bonafede») mentre per Adriano Burelli, tassista e autore di un libro che non può che chiamarsi «Una vita in movimento» (sta cercando un editore), il problema sono quelli del palazzo. Intende i 5 stelle? «Quelli de prima. I nostri so' puliti. Sono er mejo che abbiamo».

In una piazza da boia chi molla, per un paio d'ore, il M5s ha provato a fare dimenticare di essere forza di governo ed è tornato ad abbracciare la vecchia umanità che pensa sempre all'Italia non come una nazione in crisi, ma come una terra marcia («A corpa è dei burattinai»). Sono tornati infatti i vecchi insulti ai giornalisti («Siete il cancro»), ha rischiato l'aggressione l'inviato de Le Iene, Filippo Roma («Venduto de merda»). Il più pacifico è risultato essere il venditore di fischietti Giuseppe. Militante 5s? «Disoccupato. Pe' me, so tutti uguali.

Solo un euro, un euro».

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