"I Br catturati dai miei e protetti dalla gauche. Ora un senso di giustizia dopo 20 missioni fallite"

L'ex colonnello del Nucleo anti-terrorismo: "Così due magistrati favorirono i latitanti"

"I Br catturati dai miei e protetti dalla gauche. Ora un senso di giustizia dopo 20 missioni fallite"

«Io in Francia dal 1978 al 1989 ci sarò andato una ventina di volte. Quando al Ministero degli Interni di Parigi mi chiedevano Cosa possiamo fare per voi?, rispondevo che lo sapevano benissimo. Potevo dirlo a voce alta perché a livello operativo lavoravamo in stretto contatto con i magistrati di Parigi, con i servizi di sicurezza della Prefettura di Parigi e con la Sezione Antiterrorismo della Brigade Criminelle. Una volta mettemmo un'antenna dei carabinieri sul tetto della prefettura di Parigi per seguire un'intercettazione. Un'altra, nel 1989, concordammo l'affitto di un appartamento parigino ai brigatisti per individuarli e farli arrestare. Solo che poi a livello politico entrava in gioco la dottrina Mitterrand».

La dottrina Mitterrand è da trent'anni uno dei crucci dell'ex colonnello dei carabinieri Domenico Di Petrillo uno degli ufficiali a cui il generale Carlo Alberto Della Chiesa affidò la guida del nucleo specializzato nella caccia alle Br. Ma prima di congedarsi e lavorare nel campo della sicurezza per conto di grandi compagnie internazionali «Baffo», come lo chiamavano i suoi, ha anche diretto il centro operativo della Dia di Roma e la Divisione Anti Terrorismo del Sisde. Oggi a trent'anni di distanza Baffo vede finalmente rientrare in Italia molti dei terroristi a cui aveva dato la caccia. «Marina Petrella - ricorda in questa intervista al Giornale - l'abbiamo arrestata nel dicembre 1982 con il marito Luigi Novelli capo, al tempo, della colonna romana delle Br. Giovanni Alimonti l'avevamo catturato mesi prima salvo poi vederlo fuggire in Francia dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini. Roberta Cappelli, Enzo Calvitti e Maurizio Di Marzio vennero anche loro presi dal mio reparto».

Ora è soddisfatto?

«Far finire la gente in galera non dà soddisfazione, ma regala un senso di giustizia. Soprattutto nei confronti dei colleghi che sono morti. Un senso di giustizia ignorato da ex brigatisti come Barbara Balzarani che tornata in libertà nonostante una condanna all'ergastolo non si è vergognata di celebrare il quarantennale del rapimento Moro».

Che gente erano quei brigatisti?

«Alcuni erano sicuramente intelligenti e colti, ma i loro ragionamenti erano inficiati da un concetto patologico di giustizia sociale figlio dell'ideologia comunista».

Ma perché i francesi tenevano in libertà dei fanatici assassini?

«La dottrina Mitterrand faceva capo a due magistrati. Uno era François de Grossouvre, amico di Mitterrand dai tempi dell'Algeria, l'altro era Louis Joinet, consigliere di Mitterrand dal 1981 al 1993. Pensata per indurre alla resa i terroristi francesi finì per agevolare le Br e le relazioni con le frange dell'Olp. Ma un ruolo decisivo lo giocarono gli esponenti della gauche caviar vicina a quel quotidiano Liberation al cui interno operava anche il terrorista italiano Antonio Bellavita.

Insomma coprendo i brigatisti coprivano i rapporti con i terroristi dell'Olp

«Non so se fosse una strategia, ma quando in Francia venne arrestato, dopo un operazione concordata con noi, Jean Louis Baudet l'anello di collegamento tra le Br di Giovanni Senzani e i terroristi palestinesi che da Parigi garantivano loro armi e appoggi quel signore pregò d'informare François de Grossouvre e Louis Joinet, i due consiglieri di Mitterrand ideologhi dell'omonima dottrina».

Ma come mai quella dottrina è sopravvissuta così a lungo?

«Perché la gauche caviar ha continuato ad influenzare la politica e i politici francesi. Riuscirono persino a convincere Sarkozy che Battisti fosse un raffinato intellettuale».

L'inerzia italiana ha giocato un ruolo?

«Non direi.

Il cambio di rotta l'ha deciso il presidente Macron consapevole che la sua pretesa di collaborazione europea nella lotta al terrorismo islamista mal si conciliava con l'asilo concesso a dei terroristi macchiatisi di numerosi omicidi».

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