di Andrea Cuomo
N iente Europa, siamo inglesi. Già: ma i sudditi della Regina che dopodomani si interrogheranno sull'opportunità di restare o no in quella cosa che noi chiamiamo Ue e che per molti è solo una combriccola di burocrati che ci spiega quanto devono essere lunghi gli asparagi e come fare l'anghingò dei migranti; quella gente là, da sempre isolana, isolata e isolazionista, è davvero mai stata europea? Ecco otto differenze insanabili tra un Englishman e uno di Isernia.
La guida. Va bene che a causa dell'essere la Gran Bretagna un'isola (anzi, due isole) non c'è continuità tra le nostre e le loro strade. Però questo fatto di avere il volante a destra e il senso di marcia a sinistra a noi proprio non va giù. E non solo perché chi di noi noleggia un'utilitaria a Leeds trascorre la prima mezz'ora a mettere a repentaglio la vita di chiunque passi nei paraggi e le successive due a reimparare a guidare senza il conforto dell'istruttore al fianco con i doppi comandi. È proprio che la viviamo questa bizzarria come una manifestazione di insopportabile spocchia.
Le misure. Sistema imperiale britannico. Con questa solenne definizione i cittadini di oltremanica pretendono di nobilitare quel groviglio di misure che rende la vita impossibile a noi europei di terraferma così logici e decimali. Pollici, iarde, miglia; once, libbre, pinte e galloni trasformano peso, distanze e volumi in simpatiche sciarade di cui chiunque di noi rinuncia presto a capire qualcosa. E pensate che fino al 1971 perfino il sistema monetario era un rebus: dodici penny facevano uno scellino, venti scellini una sterlina e quindi duecentoquaranta penny una sterlina. Poi perfino i britannici hanno capito che era troppo. Forse.
Il tè. «Il tè è una delle principali forme di civiltà in questo paese», scrisse George Orwell. Soltanto i britannici potevano pensare di trasformare una bevanda insapore e flaccida (e che peraltro con l'aggiunta del latte assume una colorazione vagamente fangosa) in un rituale identitario. Ciò che distingue nettamente i britannici da quei caffeinomani degli europei di terra. Loro hanno trasformato una tazzona in un amplesso, noi una tazzina in una sveltina. Ma forse hanno ragione loro.
La colazione. C'è la colazione all'italiana (caffè e cornetto), quella continentale (bevande calde, succhi, dolci da forno, qualcosa di salato ma non troppo) e quella inglese. Che in versione full prevede uova strapazzate, bacon fritto, salsicce, pomodori, funghi, toast. 'Na cosetta leggera. Ah, ovviamente sono stati gli inglesi a definire la nostra colazione continentale. Nel senso di sbagliata, ovviamente.
La moquette. Che cosa spinga un popolo comunque civile a preferire un soffice ricettacolo di molliche e batteri da dragare preferibilmente a piedi nudi a un caldo parquet o alle fresche mattonelle e perfino a un contemporaneo linoleum è un mistero per noi insondabile.
Le leggi. Altra grande differenza tra noi continentali e loro, gli isolani, sono i princìpi giuridici. Noi sin dai tempi dei Romani (e poi ancora di più con Napoleone) fondiamo tutto sui codici scritti. Loro invece credono nella common law, ovvero su una legge che si fa con il tempo attraverso i precedenti giurisprudenziali. Fatta la legge, trovato l'europeo.
Lo sport. D'accordo: oltremanica hanno inventato quasi tutti i trastulli agonistici che noi pratichiamo (poco) e guardiano (molto), perfino quelli che poi loro hanno lasciato a noi europei, come la pallanuoto. Calcio, tennis, rugby, ippica, atletica leggera: tutta roba loro. Anche il vocabolario è sempre stato inglese, dall'offside al topspin. Ma il fatto che a noi non va giù è che un popolo abitato quanto il nostro abbia quattro federazioni (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord) e moltiplichi quindi in alcuni sport nazionali e club in ogni competizione. Ma sono loro che hanno portato il pallone e fatto le regole... Epperò sai che sfizio incontrare il Molise agli Europei?
L'identità.
La verità è che per molte cose i britannici si sentono più vicini agli statunitensi, ai canadesi, agli australiani, perfino agli indiani che agli sloveni e ai greci. Per loro il Commonwealth non è mai morto. L'Europa invece potrebbe morire. Dopodomani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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