I casi raddoppiano ogni settimana: ieri 5.057. Ma nessuna pressione sulle terapie intensive

I 158 pazienti gravi occupano appena l'1,85 per cento dei letti disponibili

I casi raddoppiano ogni settimana: ieri 5.057. Ma nessuna pressione sulle terapie intensive

La quarta ondata avanza, si ingigantisce, e noi dobbiamo surfarci sopra. L'Italia supera i 5mila contagi quotidiani (5.057), un dato che non si registrava da più di due mesi: era il 21 maggio quando i casi furono 5.218, ma l'impressione è che questi record saranno battuti continuamente nei giorni a venire. In questo momento i contagi raddoppiano (e anche qualcosa di più) di settimana in settimana. Questo vuol dire che giovedì prossimo potremmo trovarci con 10mila contagi e tra due settimane a 20mila. Vola anche l'incidenza di contagio, l'indice mobile ottenuto sommando i contagi degli ultimi sette giorni e mettendolo in relazione alla popolazione. Nella settimana tra il 16 luglio e ieri si sono contati 24.092 contagi, pari al 40,39 ogni 100mila abitanti, un dato non troppo lontano da quel 50 che con i vecchi parametri era considerato la porta di accesso alla zona gialla. Attualmente sono sopra questa asticella la Sardegna (82,09), il Veneto (68,50), il Lazio (66,84), e laSicilia (64,47), mentre poco sotto troviamo Toscana (48,88), Umbria (43,33) ed Emilia-Romagna (41,40). L'indice di contagio rispetto ai 219.778 tamponi refertati è del 2,30 per cento, una settimana fa era di un punto inferiore (1,29).

Per fortuna i dati ospedalieri che ora hanno acquisito una nuova centralità sono ancora sotto controllo: ieri si contavano 1.392 pazienti Covid ricoverati in ospedale, con un aumento di 38 unità rispetto al giorno precedente. Resta fermo il numero di ricoverati in terapia intensiva (158), che occupano l'1,85 degli 8.539 posti di emergenza disponibili in tutta Italia. Un dato molto lontano dal 10 per cento fissato dal ministero come nuovo parametro per entrare in fascia gialla, così come lo è il 2,22 per cento di ricoverati in area non critica (1.234 su 55.652 posti disponibili) rispetto al 15 del limite. Quanto ai morti ieri 15 decessi, un totale di 80 negli ultimi sette giorni, in netto calo rispetto ai sette giorni precedenti (109). Insomma, la situazione è seria ma siamo lontani dalle emergenze che abbiamo conosciuto. Il Covid si diffonde di brutto, ma è sempre più innocuo. Esaminiamo questo dato: ieri c'erano 158 ricoverati in terapia intensiva e 15 morti su un totale di 54.866 contagiati, vale a dire rispettivamente lo 0,29 e lo 0,03 per cento. Il 22 marzo, c'erano 3.510 persone in terapia intensiva e 386 decessi su 563.067 contagiati (0,62 e 0,07). La pericolosità del virus è dimezzata in quattro mesi.

Sul fronte vaccini ieri si sono toccate le 63.514.827 dosi somministrate in tutta Italia con 28.718.

571 persone interamente immunizzate (il 53,17 per cento della popolazione over 12). Mancano all'appello il 9,90 per cento degli over 80, il 15,91 per cento dei settantenni, il 24,73 dei sessantenni e il 31,41 dei cinquantenni, Gente in chiaro odore di obiezione.

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