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I centristi rialzano la testa: "Coalizioni finite". E puntano a una legge elettorale proporzionale

I partiti più piccoli cantano vittoria. Toti (Cambiamo): "Serviva metodo"

I centristi rialzano la testa: "Coalizioni finite". E puntano a una legge elettorale proporzionale

Roma. I centristi cantano vittoria. E si prendono parte del merito di aver portato il Paese e le sue istituzioni fuori dallo stallo di questi ultimi giorni. E già pensano a come monetizzare questa vittoria (per esempio portando avanti l'idea di una legge elettorale di tipo proporzionale quindi più congeniale ai piccoli gruppi parlamentari).

Dai due opposti schieramenti, le ali centrali hanno bloccato l'«operazione Belloni». Da una parte Renzi, dall'altra Toti, il centro rialza la testa proprio nel momento in cui le coalizioni si sfilacciano per l'impossibilità di «parlarsi» e confrontarsi su un nome super partes.

I centristi scelgono la «carta» Casini per portare allo scoperto gli alleati di entrambi gli schieramenti. Da un lato Forza Italia, Cambiamo!, Udc, Noi con l'Italia e Italia viva puntano tutto sull'ex enfant prodige della Democrazia Cristiana, dall'altro l'irritazione della Meloni e quella di Salvini (già scuro in volto dopo la sonora bocciatura della candidatura della Alberti Casellati). «Serviva un metodo - spiega il governatore della Liguria, Giovanni Toti - non la semplice proposta di nomi». E questa mancanza di metodo Toti la ravvisa nella precipitosa proposta del nome del presidente del Senato per il quale sono mancati un nutrito numero di voti attribuiti, dalla Lega, proprio ai centristi di Cambiamo e ad alcuni azzurri.

E che ci sia in animo di dare un profilo plastico a questo raccogliersi dei voti centristi se ne è accorto anche un raffinato osservatore delle cose di Palazzo come Gianfranco Rotondi. «Siamo passati - commenta ironico su Twitter il parlamentare eletto nelle file di Forza Italia - dal partito unico del centrodestra alla rincorsa di Renzi e Brugnaro, e la cosa non mi persuade».

Il voto di ieri sera ha dimostrato che il centro può già contare su una nutrita pattuglia di parlamentari e grandi elettori. E la Lega di Salvini, per Toti e Brugnaro, non è più così attrattiva come un tempo. Semmai è la forza centrifuga della Lega (quella provocata dai motori di Zaia e Giorgetti) che potrebbe spostare verso i moderati di centrodestra lo stesso Carroccio.

L'operazione Mattarella, insomma, mostra chiaramente che il centro gode di ottima salute. Gongola, tra gli altri, anche Osvaldo Napoli (Coraggio Italia). Se la Meloni già fiuta aria di accordo sottobanco per il ritorno al proporzionale («ci batteremo fino in fondo contro questa idea»), Napoli ribatte ricordando che il fosso, in cui si è impantanato il sistema parlamentare nell'elezione del nuovo presidente della Repubblica, è il risultato di un sistema semi-maggioritario con listini bloccati. «La presidente di Fdi - spiega il parlamentare di Coraggio Italia - dice una verità incontrovertibile: le coalizioni sono finite.

E sono finite perché i meccanismi elettorali sperimentati in questi trent'anni hanno distrutto la politica trasformandola da luogo di dialogo e di confronto in una caserma fatta di gabbie al cui interno dovrebbero tutti rimanere reclusi».

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