Politica

I Cinque stelle fissano la resa dei conti. Due giorni di Stati generali a novembre

Forzati i tempi, l'assise sarà il 7 e l'8. Di Maio il regista dell'accelerazione

I Cinque stelle fissano la resa dei conti. Due giorni di Stati generali a novembre

Due giorni: 7 e 8 novembre. Per rivoluzionare il M5s o per suggellare una mediazione all'ultimo miglio. All'indomani dei momenti più caldi dello scontro con Davide Casaleggio, i big decidono di imprimere un'accelerazione improvvisa all'organizzazione degli Stati Generali. I gruppi parlamentari anche questa volta sono tenuti all'oscuro del cambio di passo. La svolta arriva nella tarda mattinata, quando lo stato maggiore fa filtrare la notizia. Un cambio di rotta quasi obbligato, alla luce delle minacce di scissione e delle ipotesi di una battaglia legale con l'Associazione Rousseau.

«Togliamo anche questo alone di mistero sugli Stati generali, che ormai sembrano il terzo segreto di Fatima», dice il viceministro dei Trasporti Giancarlo Cancelleri all'AdnKronos. E però fino a lunedì era buio pesto sul congresso grillino. Con tempistiche che oscillavano dal prossimo dicembre a marzo dell'anno prossimo. Per più di qualcuno, tra Montecitorio e Palazzo Madama, la road map è frettolosa. Tanti «portavoce» avrebbero voluto un percorso territoriale più lungo e un evento nazionale non limitato a soli due giorni. «Non sappiamo cosa si possa fare in due giorni», dice al Giornale uno di loro. I critici ripetono lo spartito suonato ieri dal fichiano Luigi Gallo, che in un'intervista a Repubblica aveva paventato tempi più lunghi. Il regista della scelta di forzare i tempi è l'ex capo politico Luigi Di Maio, preoccupato dalle ripercussioni sul governo di una discussione interna infinita. Allo stesso tempo, il ministro degli Esteri dice ai suoi di essere sicuro che la diatriba con Casaleggio verrà ricomposta, con il guru costretto ad accettare un contratto da semplice fornitore esterno di servizi. «Magari agli Stati Generali si arriverà a una mediazione su Rousseau», ipotizza un deputato.

«Oggi partono gli Stati Generali del M5s - annuncia il capo politico Vito Crimi - e si concluderanno il 7 e l'8 novembre a Roma in un grande incontro nazionale». Si partirà dai territori, spiega il reggente: «Gli Stati Generali saranno partecipati dal basso e sarà un momento di coinvolgimento globale di tutti i nostri iscritti. Si parte dalle assemblee regionali e provinciali, che saranno convocate dai facilitatori regionali, già incaricati di attivarsi in questa direzione». Ogni assemblea eleggerà dei delegati che saranno a Roma a novembre. Agli incontri locali non potranno partecipare più di 200 persone. Si profila qualcosa di molto simile a un congresso vecchia maniera. Compresa la conta tra le correnti, ovvero Di Battista contro tutti, che partirà già dagli incontri regionali.

Sullo sfondo pesa come un macigno l'incognita - Casaleggio. Fino alla metà di novembre il regolamento di conti con Rousseau dovrebbe essere «congelato». Perché, come specifica Crimi, l'assemblea di Roma «non avrà un potere deliberante, perché l'ultima parola spetta sempre all'assemblea degli iscritti». Ergo, sarà inevitabile votare sulla piattaforma di Casaleggio. Che detiene ancora l'elenco di tutti gli iscritti al M5s. L'Associazione Rousseau smentisce le intenzioni bellicose di una guerra legale, ma si sta intensificando il pressing di big e parlamentari nei confronti di Grillo per far sì che «Beppe si riprenda il simbolo». Il Garante non ne vuole sapere.

Ma fa arrivare un messaggio ai ribelli: «L'importante è che il governo vada avanti».

Commenti