Antonio Tajani presiede il comitato di presidenza di Forza Italia, a Palazzo Grazioli, che approva all'unanimità la definitiva stroncatura della manovra economica del governo, «concepita per fini elettorali» e «ispirata da ideologie pauperiste di sinistra già fallite nel 20° secolo». La nota finale, concordata con Silvio Berlusconi, lancia l'«estremo appello al governo», in particolare alla Lega perché «cambi strada» e non ceda «al dilettantismo e alla cecità ideologica» del M5S. Se questo non avviene Forza Italia potrebbe scendere in piazza, con una mobilitazione nazionale contro questa politica economica.
I toni sono duri e si promette di continuare la battaglia in parlamento contro una manovra che «è un grave danno agli italiani, allontana gli investimenti dal nostro Paese ed è già stata giudicata in modo negativo da tutte le autorità indipendenti che vigilano sui conti pubblici». Le misure economiche mettono «in pericolo il risparmio degli italiani, la tenuta dei conti pubblici» e non fanno ripartire lo sviluppo. Quanto al reddito di cittadinanza, è solo «un sussidio a chi non lavora, a carico di chi lavora: non crea lavoro, finanzia la disoccupazione». Non c'è «la vera Flat tax» ad aliquota unica, nè gli sgravi fiscali, «solo nuove spese assistenziali a debito». Fi si dice anche preoccupata per il rischio di una patrimoniale e di prelievi forzosi dai conti correnti. L'excusatio non petita è, in realtà, la conferma che se ne discuta. Un attacco che conferma quanto i rapporti con l'alleato vicepremier Matteo Salvini siano tesi. I contatti con Berlusconi sono fermi agli auguri di compleanno del 29 settembre. Irrita anche l'asse del leader leghista con Marine Le Pen, perchè il progetto sovranista, che Fi respinge, allontana la prospettiva di tenere unita la coalizione per le europee di maggio. Alla frecciata del Capitano su una Fi «nervosetta» contro la manovra, replica la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini: «Non siamo nervosi, ma terribilmente preoccupati per i risparmi degli italiani». Renato Brunetta manda ironicamente «un bacione» a Salvini e l'accusa di «non volere il centrodestra unito e plurale, ma affermare solo la sua egemonia. Una prospettiva perdente, al di là del suo momentaneo effimero consenso. Meglio, e di gran lunga, Berlusconi della Le Pen». Un segnale arriva quando «Forza Salvini», corrente pro-Lega di un gruppetto di azzurri del sud, viene presentata alla Camera dal coordinatore dei club calabresi Pietro Spizzirri, che in 2 ore viene sospeso dal partito «in via immediata». Non c'è spazio per chi tifa Salvini e governo, anche il governatore ligure Giovanni Toti è in una posizione scomoda. Il cambiamento annunciato dai gialloverdi c'è, ma «in peggio», per la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini: «La Flat tax sulle partite Iva è un bluff. Un piccolo imprenditore che supera i 65 mila euro, non può più beneficiare dell'aliquota Iri ridotta del 24% ma dovrà versare le aliquote Irpef ordinarie dal 38% al 43%». E per le imprese che reinvestono gli utili in azienda si abolisce l'Ace con detassazione totale». In più, «per quota 100 e reddito di cittadinanza si spendono 16 miliardi all'anno (un punto di Pil), ma ne ritornano come maggiore crescita solo 5 ( 0,3% del Pil)». La manovra penalizza in particolare il Sud e così si presenta la contromanovra per il Meridione, con una conferenza stampa dalla vicepresidente della Camera Mara Carfagna, il vicario dei deputati Roberto Occhiuto, il portavoce Giorgio Mulè, il deputato Paolo Russo e il senatore Marco Siclari: 5 proposte di legge per uno shock fiscale, il potenziamento del fondo di garanzia per le Pmi, il miglioramento delle reti idriche, la creazione di una Cassa per gli investimenti e i diritti.
Per la Carfagna la quota 100 sfavorisce le lavoratrici meridionali: serve un emendamento per uno sconto di un anno per ogni figlio. Sul Sud Fi punta il rilancio per amministrative ed europee e Berlusconi si prepara a chiudere la convention ad Ischia del 27- 28 ottobre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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