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I diktat opposti di Confindustria e sindacati. Fi: "I dem non cacciano nessuno dal governo"

Cgil e sinistra insistono sul blocco dei licenziamenti. Il nodo Semplificazioni

I diktat opposti di Confindustria e sindacati. Fi: "I dem non cacciano nessuno dal governo"

La modifica del codice degli appalti e il blocco dei licenziamenti di cui le parti sociali chiedono la proroga a ottobre ha provocato qualche malumore nel consesso della maggioranza di governo e altrettanto tra Confindustria e rappresentanze sindacali. Piuttosto servono regole lineari e meno complicate, un codice degli appalti snello e misure che aiutino le imprese a ripartire con una prospettiva concreta. Ed è proprio su questi concetti che la distanza tra imprese e sindacati si esaspera: Confindustria è preoccupata per il prolungamento del blocco dei licenziamenti chiesto dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. «Oltre a non essere in alcun modo condivisa con le parti Sociali, - spiegano - la norma non fa che prolungare ulteriormente l'incertezza delle imprese in un momento in cui invece servirebbe grande chiarezza. La norma pone anche alcune criticità tecniche perché va a toccare anche quei datori di lavoro che finora non hanno fruito della cassa integrazione ma che avrebbero necessità di farlo oggi per potersi riorganizzare per ripartire». Al contempo i Confederali replicano ai presidenti di Confindustria delle regioni del nord, definendo «inaccettabile la posizione sullo sblocco dei licenziamenti. Il provvedimento del governo, il pacchetto Orlando (ndr) - affermano i segretari regionali Cgil - è un primo passo ancora insufficiente e deve essere completato per garantire la proroga certa del blocco fino almeno ad ottobre. Tempo necessario per consentire il rafforzamento degli ammortizzatori sociali in direzione di una copertura universale».

Disputa nella quale però il centrodestra sembra avere idee chiare e univoche: «Il ministro del Lavoro non doveva forzare la mano senza una strategia. Se in cabina di regia si dice stop a giugno e poi in Cdm si dice agosto non è il massimo della trasparenza». E ancora. «La proroga del blocco dei licenziamenti del Sostegni bis, inserita dal ministro Orlando è discutibile per due ordini di motivi: una ragione di metodo, perché in una maggioranza di larghe intese nessuno può procedere con la logica del fatto compiuto e, una di merito, perché il pacchetto Orlando costringerebbe molte aziende a smantellare piani di ristrutturazione già programmati da tempo. Il Pd non può reagire invitando chi dissente a uscire dal governo, perché questo non è più il governo Conte, e le misure cruciali come questa vanno concordate ascoltando anche la voce delle imprese», avverte il capogruppo Fi al Senato, Anna Maria Bernini.

Eppure i sindacati non si lasciano né convincere tantomeno intimidire e si dicono pronti alla mobilitazione contro qualsiasi scelta compresa «l'intenzione annunciata dal governo di indebolire le attuali regole sugli appalti». La risposta arriva a stretto giro da Cambiamo! il partito del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, che ricorda: «Semplificare non vuol dire deregolamentare, ma disegnare regole efficaci e di facile applicazione.

La ricostruzione del ponte di Genova è esempio: regole semplici, chiare e certe, sul solco del codice degli appalti europeo».

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