I due messaggi dei grillini a Matteo e ai frondisti interni

Lo sfogo di Battelli, vicinissimo a Di Maio: "In Europa opposti a Salvini". Ai dissidenti: "Lascino se in disaccordo"

I due messaggi dei grillini a Matteo e ai frondisti interni

«Sto scendendo le scale, richiamo tra cinque minuti». Ne passano quattro e Sergio Battelli, deputato M5s considerato vicino a Di Maio, presidente della Commissione per le politiche Ue, tesoriere del gruppo pentastellato a Montecitorio, comincia a parlare con il Giornale dello stato in cui si trova il Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Dalla riorganizzazione interna, ai progetti per il futuro Parlamento europeo, fino alle tensioni con le «dissidenti» Paola Nugnes ed Elena Fattori. Il convitato di pietra è il leader della Lega Matteo Salvini, rispetto al quale i grillini vogliono marcare il territorio. «In Europa ci slegheremo completamente dalle alleanze che farà Salvini - spiega Battelli - noi abbiamo idee diverse dalle loro, se i sovranisti saranno in maggioranza a Bruxelles faremo dura opposizione, anche perché non consideriamo interlocutori credibili gente come Orban e la Le Pen». Senza l'ostacolo del contratto di governo: «È ovvio che in Italia non ci permette di esprimerci fino in fondo, per le Europee tireremo fuori i nostri temi principali».

Smentita dunque, per il momento, l'ipotesi che era circolata di un possibile accordo post-elezioni con il raggruppamento del Carroccio. Anche se al M5s mancano i numeri: «Il nostro gruppo europeo sarà a trazione Cinque Stelle - ribatte il parlamentare - ci mancano ancora due partiti, che prenderemo da due paesi emergenti». Mentre il dialogo con i gilet gialli francesi è in stand by, gli stellati hanno stretto accordi con i croati di Zivi Zid, i polacchi di Kukiz '15, i finlandesi di Liike Nyt e i greci di Akkel. «Ma siamo aperti ad alleanze dopo le elezioni con chi condividerà il nostro manifesto», aggiunge il deputato.

L'altro dossier che infiamma il Movimento è quello sulla riorganizzazione interna dopo le batoste elettorali in Abruzzo e Sardegna. Sul punto la linea è chiara e rivendicata: «Chi non cambia mai idea è uno stupido, a questo punto è importante valorizzare sindaci e consiglieri comunali, per i quali proporremo di derogare alla regola del secondo mandato, ipotizzando alleanze con comitati e associazioni che portano avanti battaglie sui territori. Rifiutiamo però i portatori di voti e le liste create due mesi prima delle elezioni dai soliti capetti». I grillini tengono a specificare che il nuovo assetto sarà discusso e votato su Rousseau in due step, ma l'idea è quella di «avere dei responsabili regionali e di creare figure che, su ogni tematica, mettano in raccordo i nostri rappresentanti, dai comuni fino al Parlamento Europeo».

L'ultimo messaggio, il più duro, è rivolto alla dissidenza, capeggiata occultamente dal presidente della Camera Roberto Fico. «Nel Movimento, come in tutti gli altri partiti, si litiga e si ascoltano tutti - premette Battelli - ma le cose cambiano se tu usi quotidianamente il mezzo della stampa per rendere pubbliche le tue frustrazioni. Mi rivolgo soprattutto alle senatrici Nugnes e Fattori, e a queste due colleghe dico che la piattaforma online che loro criticano è la stessa che le ha fatte eleggere e grazie a cui sono in Senato».

Sì, ma chi controlla la regolarità del voto?: «Se la mettiamo così, allora a loro dico che è la stessa persona che ha controllato quando sei stata eletta».

Prosegue la critica: «Se usi la stampa sistematicamente vuol dire che vuoi crearti una dissidenza, una corrente, io dico che se non vado più d'accordo con la mia fidanzata la lascio».

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