I furbetti inglesi delle ferie a scrocco

Un mal di pancia (finto...) garantisce il rimborso. Grazie a una leggina

I furbetti inglesi delle ferie a scrocco

Madrid - È curiosa l'epidemia che sta colpendo soltanto i sudditi di sua maestà Elisabetta II quando si trovano in vacanza sul suolo iberico. Da alcuni mesi un misterioso virus, serpeggia dalle Baleari fino alle Canarie, passando per le più belle e affollate località turistiche della Costa Brava e Blanca provocando intossicazioni alimentari con conseguente febbre, mal di pancia e dissenteria. La cura? Una o due settimane gratis di vacanza, grazie al rimborso previsto da una clausola contrattuale, nel caso che il turista si ammali a causa del buffet o della scarsa pulizia dell'hotel. Lo segnala l'associazione degli albergatori spagnoli: un sempre più crescente numero di visitatori britannici, al momento di pagare il conto, dopo una settimana in hotel a Murcia o Malaga, vengono colti da devastanti mal di pancia e conati di vomito che scompaiono non appena il loro tour manager, accettando il loro reclamo, conferma il rimborso completo del soggiorno.

Il fenomeno, da quando ha fatto capolino un anno, fa è aumentato del 600 per cento e sta arrecando parecchi danni economici ai principali albergatori e tour operator spagnoli che lamentano perdite di decine di milioni di euro a settimana. Il «virus», ribattezzato grottescamente «il sinpa», dall'espressione spagnola «sin pagar», senza pagare, colpisce in maggior parte britannici mentre si trovano nelle isole delle Canarie e delle Baleari, luoghi del divertimento giovanile che, attraggono ogni anno quasi 24 milioni di turisti, di cui il 30 per cento dalla Gran Bretagna. La prassi del rimborso totale in caso d'intossicazione alimentare, grazie alla «legge truffa» inserita nei contratti di vacanze, ha regalato le vacanze negli ultimi dodici mesi a due turisti inglesi su cinque.

«Mentre i malati di altre nazionalità sono diminuiti racconta a Il Giornale Jorge Marichal, presidente Associazione Hotel di Tenerife migliaia di britannici grazie a questa legge si sono fatti le vacanze gratis». La prassi è semplice: si finge un'intossicazione, si contatta il tour operatore lamentandosi dell'accaduto e incolpando il buffet dell'hotel, si presenta lo scontrino di una boccetta di Malox o una diagnosi fatta al telefono dal proprio medico curante e la vacanza non si paga. Le agenzie turistiche, infatti, non vogliono problemi e accettano tutti i reclami, senza indagare. Inma Benito, presidentessa degli albergatori dell'isola di Palma de Mayorca denuncia che: «Ormai è diventato un problema di Stato e Madrid deve interpellare immediatamente Londra».

Inoltre si sono attivati numerosi studi legali inglesi che assistono a percentuale sul rimborso i «malati immaginari». Davanti ad alcuni hotel di Palma hanno distribuito moduli di rimborso e volantini che recitano: «Fai la denuncia e ti rimborsiamo la vacanza».

«Le confesso che non sappiamo cosa fare aggiunge Jorge Marichal - non possiamo rifiutare di rimborsare per non perdere i tour operator.

E non possiamo rifiutare l'accoglienza soltanto ai britannici, da decenni sono i nostri migliori clienti. Ma siamo impotenti: con uno scontrino di un farmaco, un turista inglese ha ottenuto 3 mila euro, mentre un hotel a 4 stelle ha dovuto pagarne 300 mila. Nessuna compagnia ci vuole più assicurare».

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