I gilet gialli contro il filosofo "Sporco ebreo, ti puniremo"

Ancora violenze a Parigi. Poi l'aggressione xenofoba a Finkielkraut. Macron duro: «Non li tollereremo»

I gilet gialli contro il filosofo "Sporco ebreo, ti puniremo"

Parigi Tre mesi dopo l'inizio della mobilitazione dei gilet gialli, nel cielo di Parigi volano ancora sampietrini, bottiglie e petardi. I «giubbotti» sono sempre in strada, nonostante gli 8.400 fermi e i 7.500 arresti dal 17 novembre. Tre nuovi cortei ieri, 4 rassemblement e le stesse recriminazioni scosse da violenze, giustificate dall'ala dura che torna a pungolare governo e presidente della Repubblica di cui chiedono le dimissioni. Emmanuel Macron è protagonista di un grande dibattito nazionale con i sindaci che non sembra in grado di placare i gilet. Ieri 41.500 manifestanti in tutta la Francia, oltre 5mila a Parigi secondo il ministero dell'Interno. Come non pare risolutiva l'azione dei giubbotti fluorescenti: sostenuta, secondo l'ultimo sondaggio Elabe per BfmTv dal 58% della popolazione rispetto al 75% degli inizi. Le violenze «di Stato» contro i gilet sono tuttora al centro di alcune inchieste. Il confine tra repressione e prevenzione è labile. Ieri almeno 19 fermi a Parigi, dove oltre ai casseur, ancora insulti antisemiti; stavolta al filosofo Alain Finkielkraut: «Sporco ebreo», «sionista», «la Francia è dei francesi», «il popolo ti punirà», grida un gruppo in passamontagna dopo averlo riconosciuto responsabile di opinioni ostili ai gilet gialli per una sua intervista a Le Figaro. «Gli insulti antisemici che ha subìto sono la negazione assoluta di chi siamo e di ciò che ci rende una grande nazione. Non li tollereremo» commenta Macron. «Finkielkraut non è solo un eminente uomo di lettere, ma un simbolo di ciò che la Repubblica permette a tutti».

Dopo le minacce dell'ex interlocutore di Luigi Di Maio e del Movimento Cinque Stelle, Cristophe Calençhon, tornato a parlare di milizie paramilitari non meglio specificate pronte a cacciare Macron dall'Eliseo, questa settimana sono arrivate le prime condanne. Un mese di prigione e 500 euro di multa al camionista Eric Drouet, uno dei leader dei gilet, per manifestazione non autorizzata. Il tribunale di Parigi si è espresso pure sul pugile Cristophe Dettinger: per lui, un anno di semilibertà e divieto di entrare nella capitale per sei mesi. Dovrà inoltre pagare a due poliziotti aggrediti il 5 dicembre 2 e 3mila euro di risarcimento.

Se i casseur lanciano oggetti contro la polizia, le forze dell'ordine rispondono. Tensioni e scontri ieri davanti alla cattedrale di Notre-Dame, poi l'evacuazione dell'intera spianata degli Invalides. Lungo il percorso incendi di cassonetti e la devastazione di un supermercato sul boulevard Saint-Michel. Una giornata a cui seguirà un bis, oggi per festeggiare le 14 settimane.

Imponente il dispositivo di sicurezza: 80mila agenti in tutta la Francia. Intanto «pedaggio gratuito» a oltranza sull'autostrada a ovest di Parigi, blocchi sulle rotatorie per ostacolare il traffico.

A Rouen, in Normandia, un automobilista ieri ha forzato il blocco dei dimostranti ferendone tre. Tensioni anche a Nantes, Strasburgo e Tolosa. Qui una settantina di gilet hanno bloccato un deposito di Amazon. La rabbia resta. «Bisogna riconciliarsi», dice per la prima volta anche Brigitte Macron. Ma come?

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