I giornali amici sdoganano la campagna acquisti

I giornali amici sdoganano la campagna acquisti

RomaDal «mercato delle vacche» di Silvio all'«ampliamento» di Matteo, dalla «compravendita» al «trasloco». Renzi oggi come Berlusconi nel 2010 rimpolpa la sua maggioranza che ha perso qualche pezzo, ma la stampa italiana racconta la «campagna acquisti» di Matteo con una scelta lessicale decisamente meno aggressiva e molto più buonista.

I titoli dei quotidiani a dicembre del 2010 stigmatizzarono i puntelli al governo bollando di «trasformismo» e «tradimento» i neonati «responsabili» alla Razzi e Scilipoti e i finiani di Fli che votarono no alla mozione di sfiducia salvando l'esecutivo Berlusconi, mentre i responsabili renziani che mollano Scelta civica per saltare nel Pd, oggi, meritano al più notizie defilate e accendono commenti sul tramonto e sulla solitudine di Professor Rigore, Mario Monti, piuttosto che dubbi sulla correttezza politica dell'operazione-acquisti del premier, mentre fa incetta di senatori targati Sc.

Nella settimana precedente alla mozione di sfiducia a Berlusconi (in calendario il 14 dicembre), Repubblica dedicava addirittura il titolo d'apertura all'avvicinamento alla maggioranza di Scilipoti e Calearo, parlando di «mercato dei voti» alla Camera, l' Unità la prendeva sul personale («Non siamo in vendita», titolava il 12), mentre il Corriere della Sera raccontava di «scontri e denunce» nella caccia al voto. E quando Berlusconi la spuntò (per tre voti), la stampa di sinistra sfoderò il bastone. «Ha vinto l'Italia peggiore», titolava l'indomani il Fatto Quotidiano , ricordando «il mercato dei deputati», mentre l' Unità battezzava il «governo Scilipoti». A suggellare lo stigma sulla caccia al voto, arrivò la procura di Roma che aprì un'inchiesta sulla «compravendita». Salvo tre anni dopo chiedere l'archiviazione.

E oggi? Anche Renzi, spezzato il patto del Nazareno con Fi e incrinato l'asse con Alfano, gioca ad allargare la maggioranza. Eppure i giornali ci vanno leggeri.

Per il Corriere , che racconta «la grande corsa dei responsabili», Renzi «amplia il Pd», e Repubblica si scopre minimalista nella scelta dei verbi, spiegando ai suoi lettori che i senatori di Sc, sobriamente, «vanno nel Pd». Fa eccezione per coerenza il Fatto Quotidiano , che apre con un titolo che rimarca la metamorfosi del premier, da castigatore del trasformismo a trasformista lui stesso: «Gli Scilipoti di Renzi».

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