Coronavirus

"Ma i giovani non sono degli untori. Tamponi? Non sempre sono necessari"

Il direttore sanitario dello Spallanzani: non colpevolizziamo i ragazzi. Serve sorveglianza attiva senza ingolfare le strutture

"Ma i giovani non sono degli untori. Tamponi? Non sempre sono necessari"

«No a messaggi catastrofisti e no alla colpevolizzazione dei giovani. I ragazzi non sono untori. Non apriamo una caccia alle streghe».

Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma invita a non creare contrapposizioni all'interno della società e dei nuclei familiari mantenendo sempre il rispetto delle misure di prevenzione.

Professor Vaia rischiamo un nuovo lockdown?

«No ma dobbiamo recuperare lo spirito del lockdown così da evitare misure estreme. Tutti le componenti della società devono collaborare e nono dobbiamo alimentare contrapposizionii. È vero che si moltiplicano i contagi intrafamiliari ma non sono soltanto i ragazzi che contagiano i genitori ma anche gli adulti possono essere positivi. Non colpevolizziamo ma facciamo attenzione».

La curva epidemica cresce. È vero che il Lazio è in difficoltà?

«Posso parlare per lo Spallanzani: qui siamo pronti. Possiamo arrivare a 55 posti letto in terapia intensiva e siamo flessibili, pronti ad adeguarci anche ad una richiesta maggiore. Estote parati è il nostro motto. Per ora non siamo sotto pressione».

Però il sistema di screening con il tampone sta andando in tilt: aumentano i tempi di attesa.

«Anche in questo caso è necessario non farsi prendere da panico. Ci deve venire in soccorso la medicina sul territorio. Non affollate i drive in: il tampone non sempre è necessario ci sono regole precise e soprattutto se si è stati in contatto stretto con un positivo. Non ingolfiamo ospedali e strutture sanitarie. Serve una politica di sorveglianza attiva. I medici devono visitare i pazienti, andare nelle case dei loro assistiti, visitarli, verificare se presentano determinati sintomi e soltanto in casi specifici prescrivere il tampone.»

È d'accordo sulla riduzione della quarantena a dieci giorni ?

«Deve essere sempre i medico a orientare le decisioni per i singoli casi. In linea di massima per chi è in isolamento per avere avuto soltanto contatti con un positivo, non per i malati, mi sembra una riduzione ragionevole. Sono anche favorevole ad un solo tampone negativo sufficiente a interrompere l'isolamento».

A che punto è la sperimentazione sul vaccino anti Covid in corso allo Spallanzani?

«Avremo i primissimi dati tra la fine di ottobre ed i primi di novembre. Per ora non ci sono stati intoppi ma non dobbiamo avere fretta.

Il vaccino deve essere efficace certo ma anche sicuro e io non credo in chi vuole correre troppo».

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