Elezioni politiche 2022

I giovani del Pd sono solo raccomandati

I candidati giovani del Pd dicono sciocchezze e Letta vuol dare il voto ai sedicenni

I giovani del Pd sono solo raccomandati

Sono tornato dalla Francia perché volevo aiutare i giovani e costruire un partito per i giovani”, ha esordito così Enrico Letta durante la conferenza stampa che ha convocato due giorni fa con le cinque nuove proposte che ha insignito della capolistura nelle liste del Pd.

Caso ha voluto che proprio quel giorno il nostro Giornale rivelasse la posizione politica contro Israele espressa non più di due anni fa da uno dei giovani protagonisti al tavolo di Letta, travolto dalle critiche proprio in quelle ore.

Si tratta di Raffaele La Regina, ventinovenne, nominato capolista in Basilicata. Enrico Letta ha accettato le sue scuse in conferenza stampa, e la promessa di aver cambiato idea, dichiarando chiusa la polemica. Che invece è andata avanti finché La Regina non ha rinunciato alla candidatura.

Il Partito Democratico è il partito dei giovani e del rinnovamento, non della rottamazione” ha detto Letta. Anche se per far spazio a questo rinnovamento, ha usato lo stesso metodo che ha criticato in Matteo Renzi, rottamando tanti esponenti ex renziani. Proprio in Basilicata per far spazio a La Regina, ha tolto Salvatore Margiotta e Marcello Pittella, che ha annunciato di candidarsi nel terzo polo. Ma mentre parlava delle opportunità da dare ai ragazzi per farli restare, Letta non spiegava per quale motivo candidava proprio Raffaele La Regina, da lui portato ad esempio per gli altri giovani. Un esempio che però è sbagliato, un modello da non seguire. Per dire come chiunque la direbbe: “Un raccomandato”. Da Letta veniva presentato come un dottorando precario. Ma il precariato che ha fatto l’ormai ex candidato è nello staff di Giuseppe Provenzano, il vice di Letta che lo ha inserito nella sua quota cancelli. E’ cosi che La Regina si era guadagnato il suo posto sicuro. Da allievo della scuola di Letta, è arrivato allo Svimez dove ha conosciuto Provenzano, che lo ha preso come stagista al Ministero. Precario perché poi il governo Conte è caduto, e sia Provenzano che La Regina si sono ritrovati senza posto. Ma il ragazzo si vantava anche su Twitter, prima di cancellare tutta la cronologia, di avere una pubblicazione. All’Arel di Enrico Letta. Le posizioni antisemite, no tap, no triv, che il ragazzo ha espresso fino a qualche anno fa, quando già lavorava al ministero di Provenzano, potrebbero anche essere ricondotte a una frenesia giovanile (se solo questo discorso valesse anche per i video della diciannovenne Giorgia Meloni, e per tutti gli altri).

Ma cio che ha compromesso la posizione di La Regina è stato il suo essere portato a modello dal segretario di un partito che lo ha raccomandato, senza meriti. E che voleva fare di questo un modello per tutti. Del resto quell’unica pubblicazione di La regina, edita proprio da Enrico Letta, si chiama “l’abbaglio del merito”. Non è un mistero dunque il metodo che il ragazzo e il suo segretario nazionale hanno come modello per far restare i giovani. Non l’abbaglio del merito, ma la cooptazione. Ma se le uniche cose che sappiamo oggi di La Regina, sono quelle che abbiamo letto nei suoi social (e altro non c’è), dovrebbe spiegare Letta perché ha scelto di portare proprio lui in parlamento, e non un altro più o meno giovane, ma con più merito. Anche solo che non negasse lo stato di Israele. Forse Letta si è fidato del suo vice Provenzano che glielo ha indicato, ma in questo caso l’errore anziché essere di uno diventa di due: segretario e vice. Oltre che di tutta la direzione che lo ha approvato. Ma oggi Provenzano, che ha esposto un giovane ragazzo alla gogna, senza averne valutato bene i meriti e i relativi rischi, tace. E così La Regina paga per tutti. Ma nelle liste Pd ci sono altri che hanno espresso posizioni sulla stessa linea contro Israele: Boldrini, Fratoianni, Speranza, lo stesso Provenzano, senza neanche avere la scusa di essere giovani.

E se La Regina scrive per dissociarsi dalle sue parole premature “quando si ha vent’anni si pensano ed esprimono tante cose” Letta dovrebbe ripensare alla sua proposta di voto ai sedicenni.

Perché essere giovani non è un merito, e sopratutto dura poco.

Commenti