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I governatori in coro respingono l'accusa. "Da Super Mario critiche infondate"

Lombardia, Veneto, Liguria, Lazio e Friuli si autoassolvono: anche il governo ha colpe

I governatori in coro respingono l'accusa. "Da Super Mario critiche infondate"

Indipendentemente dalla posizione che occupano nella classifica delle vaccinazioni agli over 80, le Regioni non si sentono chiamate in causa dal richiamo del presidente del Consiglio Mario Draghi. Nessuno ritiene di aver trascurato gli anziani dando priorità ad altre categorie. E i ritardi nel rispettare la tabella di marcia imposta del piano vaccinale sono da attribuire più che altro alla caotica distribuzione dei vaccini e ai destabilizzanti aggiornamenti della fascia di età dei destinatari delle dosi di AstraZeneca, in un primo momento indicate solo fino ai 55 anni. Anzi, più di un presidente di Regione non ha gradito finire sul banco degli imputati e ha risposto facendo parlare i fatti, o meglio i piani di somministrazione già avviati o in fase di partenza.

Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, rivendica gli sforzi che stanno facendo le amministrazioni nonostante le difficoltà. E non gradisce l'affondo del premier. «La continua umiliazione delle tante persone che si stanno impegnando per portare avanti questa campagna e per mettere in sicurezza i cittadini non può più essere accettata», dice. Neanche il collega Giovanni Toti, in Liguria, incassa in silenzio le osservazioni di Draghi. Nella sua Regione il 25,8% degli anziani ha già ricevuto la prima somministrazione e non ci sta a giocare «a scarica barile». «Dire che il governo centrale non abbia colpe sull'andamento della somministrazione dei vaccini mi sembra autoassolutorio. La maggior parte delle Regioni - attacca Toti - ha fatto quello che doveva fare e ad essere onesti le categorie prioritarie sono state inventate dal precedente esecutivo perché non sapevano a chi dare AstraZeneca».

Nessuna dichiarazione ufficiale dai vertici della sanità lombarda, reduce dal caso Aria. Il Pirellone punta a completare le inoculazioni agli over 80 dopo Pasqua, poi toccherà ai più fragili. «Intendiamo mettere in sicurezza i cittadini più a rischio prima di procedere alla vaccinazione massiva», spiega l'assessore al Welfare, Letizia Moratti. Parla con i fatti il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, tra le Regioni che corrono di più con i vaccini, tanto che da venerdì si parte con le somministrazioni anche di notte. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, rivendica invece di rispettare l'agenda e di procedere in base alle dosi a disposizione. «Se avessimo vaccini e vaccinatori all'infinito avremmo tutto il Veneto già nei centri vaccinali», dice sottolineando la sequenza di «annunci e controannunci, mancati invii e intoppi» che hanno caratterizzato il piano. «Ancora oggi - aggiunge Zaia - non sappiamo che ne sarà della fornitura di Moderna, nemmeno sappiamo se è confermato l'invio di Johnson&Johnson. Non è facile programmare una campagna vaccinale con questa incertezza».

Per l'Emilia Romagna, un'altra delle Regioni che va spedita con le somministrazioni agli ultraottantenni, tanto da prevedere di finire la categoria entro metà aprile, il problema è la disponibilità delle dosi. Responsabilità delle aziende farmaceutiche che non rispettano i contratti, per il governatore e presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Per il resto l'amministrazione è pronta a correre con le dosi ai più anziani, condividendo in pieno la raccomandazione del premier. Anche le Marche sono in linea con le priorità stabilite dal piano, ma il presidente Francesco Aquaroli auspica «l'arrivo di un numero maggiore di vaccini per poter intensificare la campagna», che procede a un buon ritmo, avendo già somministrato la prima dose al 30,6% degli over 80. Le parole di Draghi hanno avuto un effetto immediato in Umbria, dove il commissario straordinario regionale per l'emergenza, Massimo D'Angelo, ha sospeso le prenotazioni per tutte le categorie dei servizi essenziali. Da ora in poi, ci si atterrà alle priorità indicate dal ministero della Salute. Anche la Sicilia respinge l'ipotesi che si stiano trascurando gli anziani o i fragili: tutto procede secondo i piani, non trascurando alcun target.

Idem in Sardegna, seppur in coda alla classifica.

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