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I grillini ora sperano nella mediazione. Di Maio pontiere: "Restiamo uniti"

Ancora nessun contatto tra Grillo e Conte, che attende delle scuse ufficiali. Il ministro degli Esteri in prima linea, ma molti guardano a un suo ritorno: "È l'unico che ci ha tenuto in piedi"

I grillini ora sperano nella mediazione. Di Maio pontiere: "Restiamo uniti"

Un occhio alle agenzie, uno a whatsApp e la testa a domani. Per i grillini è stato un tranquillo sabato di tensione. In attesa della conferenza stampa di Giuseppe Conte, che fino al momento in cui scriviamo è ancora confermata per domani. I contiani alzano la posta. Annunciano fuochi d'artificio, sperano in un epilogo pirotecnico della disfida. Dal loro fortino del Senato, i fedelissimi dell'avvocato di Volturara Appula non risparmiano certo le critiche a Beppe Grillo. «Beppe ha inanellato una serie clamorosa di errori, ed è il pensiero di molti qui a Palazzo Madama», si sfoga una senatrice con l'Adnkronos. Ribollono le chat locali. Addirittura un gruppo di portavoce sul territorio starebbe pensando di sottoscrivere un documento in cui si prendono le distanze dal Garante. Chi è vicino all'ex premier descrive una situazione al limite. In cui sarebbero poche le speranze di un accordo con il fondatore. Continuano le minacce sulla costituzione del «partito di Conte». «Se tutto dovesse saltare, molti andrebbero con Conte, soprattutto al Senato e si collocherebbero subito all'opposizione», ragiona con Il Giornale un parlamentare. Un altro scherza: «Magari Conte va a fare il segretario del Pd».

Il tema di una nuova formazione guidata da Conte aleggia come una spada di Damocle su una trattativa complicatissima. Secondo Fabrizio Masia, sondaggista di Emg, una scissione danneggerebbe di più il «vecchio» Movimento. Il partito contiano «può ridimensionare fortemente il consenso del M5s portandolo sotto il 10%, e di molto. Potrebbe diventare la quarta forza politica del Paese», spiega Masia sempre all'Adnkronos. Ma non tutti, nel M5s, sono d'accordo con questa narrazione. In tantissimi, prevalentemente alla Camera, leggono le minacce di una «lista-Conte» alla stregua dell'ennesimo spin diffuso da Rocco Casalino, ex portavoce di Conte a Palazzo Chigi. Un modo come un altro di alzare la posta, in un gioco al rialzo volto ad ottenere il massimo in una trattativa dove Grillo ha il coltello dalla parte del manico. «Beppe ha il simbolo del M5s, Conte dove va senza il brand del Movimento?», dice un parlamentare esperto.

Infatti un'altra teoria che circola in queste ore dipinge l'avvocato di Volturara come spalle al muro. «Beppe ha sgamato il tentativo di farlo fuori e gli ha fatto capire chi comanda», è una voce che arriva da Montecitorio. Troppo tardi per mettere su un'operazione politica autonoma, Conte potrebbe essere costretto a «piegarsi». Grillo invece viene descritto come non intenzionato a concedere le «scuse pubbliche» che Conte ha fatto sapere di pretendere. «Al massimo Beppe potrebbe fare un video divertente, oppure scrivere un post dei suoi per sdrammatizzare la cosa ma non chiederà mai scusa a Conte», racconta al Giornale una fonte stellata di primo piano. L'ex premier avrebbe poche scelte davanti a sé, insomma. «Avere stima di Conte non equivale a votarlo», ricorda al Messaggero Enzo Risso, direttore scientifico dell'istituto Ipsos. «Conte prenderebbe un abbaglio se ritenesse che il gradimento verso di lui, indubbiamente alto, fosse la base di un partito», aggiunge Risso.

Sono ore cruciali per il futuro del M5s. E aumentano le voci che rimpiangono Luigi Di Maio, non solo tra i parlamentari a lui più vicini. «Alla fine Luigi è stato l'unico a tenere in piedi la baracca», dice un deputato. Proprio Di Maio è in prima linea nella gestione della trattativa tra i due litiganti. «Abbiamo affrontato diverse fasi, anche le più difficili e complicate, ma le abbiamo sempre superate usando testa e cuore. Mettiamocela tutta, rimaniamo uniti», scrive sui social il ministro degli Esteri. Al netto dei posizionamenti tattici - che si registrano soprattutto in campo contiano - si è aperto un piccolo spiraglio per la risoluzione della trattativa. «Ci sono interlocuzioni in atto, confido in un avvicinamento agli obiettivi da parte di Conte e Grillo», dice all'Adnkronos Mauro Turco, senatore pugliese, ex sottosegretario a Palazzo Chigi, vicinissimo all'ex premier. E se lo dice lui..

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