Il Movimento 5 stelle ha preso di mira le pensioni e questo è noto. Ma tra qualche settimana potremmo scoprire che non sono solo gli assegni più alti, le pensioni d'oro, a fare gola al governo gialloverde. Nell'intervista rilasciata in luglio al magazine Forbes, il vicepremier Luigi Di Maio ha dedicato un passaggio a una vecchia idea del movimento: un fondo d'investimento pubblico per le start up. Un capitale di rischio per finanziare nuove aziende in settori innovativi con grandi potenzialità di crescita, ma anche elevatissime possibilità di fallimento.
Nell'intervista è emerso che il capitale non sarà interamente pubblico, ma sarà preso anche dal patrimonio delle casse di previdenza private. Quelle dei professionisti che non rientrano nell'Inps: ingegneri, medici, architetti, etc.
«Da settembre ha dichiarato il ministro qui al ministero facciamo partire un fondo d'investimento di venture capital per le start up innovative che metta insieme investitori privati e Casse di previdenza dei professionisti che hanno fondi disponibili». Il fondo già esiste, ma «progetto. Il fondo va aumentato e servirà per creare nuovo lavoro», ha aggiunto il leader pentastellato.
Peccato che molte casse professionali già investano in start up (probabilmente l'ispirazione viene da lì), ma che siano tutte iniziative proprie.
Esiste una collaborazione tra il Fondo Italiano d'Investimento, costituito presso la Cassa depositi e prestiti, con Assofondipensione, l'associazione che rappresenta i fondi pensione negoziali e che è nata nel 2003 per iniziativa di Confindustria e dei sindacati (Cgil, Cisl e Uil) per fare arrivare il risparmio previdenziale all'economia reale. Esiste Invitalia Ventures.
Ma un fondo finanziato dal risparmio gestito, come quello delle casse previdenziali private no. Nonostante settembre sia alle porte l'Adepp, l'associazione che riunisce gli enti di Previdenza ed Assistenza dei Liberi Professionisti ha avuto notizie del fondo annunciato da Di Maio.
Un motivo di imbarazzo è dato dal fatto che il vicepremier è al contempo ministro dello Sviluppo economico, quindi interessato a raccogliere fondi per l'economia reale, e ministro del Lavoro, quindi responsabile della vigilanza sugli istituti di previdenza.
Per capire se si tratta di un potenziamento delle collaborazioni già esistenti o l'intenzione di mettere le mani sui patrimoni che finanziano le pensioni dei professionisti bisognerà aspettare la legge di Bilancio.
Il tema è particolarmente delicato. Uno di quelli sui quali i due partiti della maggioranza, M5s e Lega, potrebbero non andare d'accordo. Il partito di Matteo Salvini ha già digerito male la proposta di legge M5s che ricalcola le pensioni sopra i 4.000 euro, penalizzando chi si è ritirato dal lavoro prima del tempo. Dopo le aperture di Salvini alla proposta pentastellata, per non irritare l'alleato già in difficoltà sull'immigrazione, ieri è arrivato un piccolo stop. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti ha precisato che la misura sarà adottata. «Se qualcuno ha pompato le ultime retribuzioni, allora è giusto che la pensione venga ricalcolata». Il fatto è che le pensioni più alte sono quelle meno «pompate» rispetto ai contributi versati. Quindi il fronte pensioni d'oro potrebbe tornare incandescente quando si tratterà di fare i conti e votare la proposta di legge.
A pesare potrebbero essere i pareri tecnici, più che quelli politici. L'esperto di previdenza Alberto Brambilla, vicino a Matteo Salvini, oltre ad avere bocciato la proposta M5s, ha fatto una proposta alternativa a quella della maggioranza, basata su un contributo di solidarietà a carico delle pensioni più alte. Ieri ha incassato l'apprezzamento di Tiziano Treu, presidente del Cnel ed esponente del Pd.
La sua proposta «mi sembra ragionevole: se proprio vogliamo dare un segnale per le pensioni ricche, allora seguiamo la strada del contributo di solidarietà che è già stata seguita e non rischia di essere incostituzionale, decidendo poi a che livello metterlo», ha suggerito l'ex ministro. Da quando è stata presentata, la proposta del M5s ha raccolto tanti no tecnici. Se alla fine prevarrà, sarà solo per ragioni politiche e a scapito dell'elettorato della Lega.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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