MilanoUn'altra «alfanata». L'assistente di polizia, Giovanni Iacoi, iscritto all'«Esercito di Silvio», è stato deferito al Consiglio provinciale di disciplina perché, secondo il ministro dell'Interno e segretario del Nuovo centrodestra, ha violato la norma che salvaguarda «l'assoluta imparzialità» degli agenti. Un'«alfanata», appunto. Angelino, rispondendo ad un'interrogazione di Forza Italia che lamentava come l'agente fosse stato punito per i suoi ideali politici, ribadisce, senza vergogna, che Iacoi, in servizio a Palazzo Chigi, «si è reso protagonista di gravi esternazioni sul proprio profilo Facebook contro l'ordine giudiziario e contro il presidente della Repubblica». «Una menzogna», dice Simone Furlan, il fondatore dell'«Esercito di Silvio». «Iacoi ha scritto su Facebook “questo non è il nostro presidente”, riferendosi a Mattarella, prima che Mattarella fosse eletto, alludendo al fatto che non fosse il nostro candidato. Le accuse di Alfano sono paradossali. Assurdo che un ministro dell'Interno non difenda un servitore dello Stato. Domandiamo ad Alfano, quanti poliziotti siedono in Parlamento o sono iscritti a partiti politici o movimenti?».
Che poi sia proprio Alfano ad usare paroloni (a lui incomprensibili) quali «imparzialità» e «disciplina» lascia quantomeno perplessi. Furlan sta organizzando una mobilitazione nazionale che coinvolga tutti i servitori dello Stato in nome della libertà di fare politica. Quella stessa libertà che lo permette anche ad Alfano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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