I Jordi e Mas, ombre estremiste

Sanchez e Cuixart nuovi «martiri». Il ruolo dell'ex leader

I Jordi e Mas, ombre estremiste

Carles Puigdemont ci mette la faccia, ma non è il vero integralista della «Desconnexió» catalana. A soffiare sul fuoco dell'indipendenza è un drappello di duri e puri. I recenti fatti di cronaca ci portano a parlare in particolar modo di Jordi Sanchez, presidente dell'Assemblea Nazionale Catalana e di Jordi Cuixart, esponente di Omnium Cultural, entrambi in carcere dallo scorso 17 ottobre perché considerati da Madrid i «padri» dell'indipendenza catalana. Sono agli occhi di tutti un fattore di traino della forza secessionista. Rappresentano la forza della Catalogna, il propellente che viene dal popolo, dalla società civile, che con la politica ha sempre meno da spartire. Da quando poi hanno fatto scattare le manette ai loro polsi sono diventati «martiri» della rivoluzione.

Jordi Sanchez, 53 anni, una laurea in Scienze Politiche, ex professore e ricercatore presso l'Universitat di Barcellona, viene indicato come il principale attivista in Catalogna. Dal 2015 guida l'Assemblea Nazionale. Jordi Cuixart, 42 anni, è decisamente un personaggio meno reazionario, ma altrettanto influente. Si è affiliato ad Omnium Cultural vent'anni fa dove ha ricoperto diversi incarichi. Prima tesoriere, poi vice presidente e da qualche tempo presidente al posto di Quim Torra. È un imprenditore, e raccoglie consensi dal mondo economico catalano che ha dichiarato guerra alla Madrid «pesetera». Non è un caso che dopo il loro arresto gli eventi abbiano preso una piega ancor più preoccupante.

Senza dimenticare che dietro le quinte lavora al progetto della «Desconnexió» Artur Mas, l'ex leader del movimento separatista «Junts pel Sì», predecessore del «Beatles» Puigdemont. Sono in molti a pensare che senza l'appoggio di Mas «Catalunya libre» rimarrebbe un concetto astratto e suggestivo. Assieme a Mas si muove anche uno dei suoi più preziosi pupilli, Raul Romeva, 46 anni, docente di economia, l'uomo che controlla le casse dell'Assemblea. Nei giorni delle barricate è diventato un importante riferimento Ferran Bel, sindaco di Tortosa.

A casa sua tutti gli aventi diritto sono riusciti a votare in occasione del referendum del 1° ottobre. Il giorno precedente ha spostato i seggi nella caserma dei Mossos d'Esquadra, diventando una sorta d'eroe nazionale.

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