Coronavirus

I medici multati per il Covid su istigazione del sindacato

Dopo la lettera a Mattarella, annullate le sanzioni sugli straordinari. Ma l'azione nacque da una protesta interna

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Lettera aperta, caso chiuso. La missiva spedita dal primario del pronto soccorso di Bari, Vito Procacci, al Capo dello Stato Sergio Mattarella, per denunciare le multe ricevute da lui e da altri medici del policlinico pugliese, sanzionati dall'ispettorato del lavoro per aver fatto troppi straordinari durante il periodo del Covid, ha fatto centro. Il presidente della Repubblica ieri mattina ha telefonato al ministro del Lavoro, Marina Calderone, chiedendo lumi sulla vicenda. Subito dopo l'Ispettorato nazionale del lavoro ha sospeso le sanzioni amministrative per Procacci e per i suoi colleghi tra gli altri due primari e molti operatori sanitari. Ora l'ispettorato, come ha spiegato il ministro Calderone, «farà ulteriori approfondimenti per valutare l'annullamento delle sanzioni comminate». In programma, inoltre, un incontro fissato per martedì tra il ministro del Lavoro e Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici. Ma il dettaglio più curioso che è emerso dopo l'intervento del Quirinale e del ministero è la genesi di quelle multe che hanno mandato i medici baresi su tutte le furie. Tutto è iniziato «a seguito delle segnalazioni effettuate da un'associazione sindacale autonoma per lamentare i mancati riposi e il superamento degli orari massimi di lavoro del personale medico nel corso del 2021», ha spiegato l'ispettorato. Dunque è un sindacato che ha innescato la beffa per chi, come Procacci, è passato dall'essere stato trattato come un eroe per lo sforzo profuso nei mesi di pandemia, lavorando con solo 26 medici rispetto a un organico previsto di 40 unità, alla beffa di essere considerato un «furbetto», un trasgressore da punire con una maximulta da 27.100 euro, equivalente alla retribuzione prevista per mille ore di straordinario diurno (il limite previsto dal contratto, e per casi eccezionali, è pari a 250 ore annue). E il bello, come spiega Procacci, è che in cambio dello straordinario impegno in pandemia, i medici pugliesi hanno ricevuto dalla regione «2.500 euro lordi una tantum».

Lo stop alle multe viene accolto con soddisfazione da tutte le parti in causa. «Lo Stato non può sanzionare i propri medici e operatori sanitari dopo aver loro chiesto e ottenuto un impegno straordinario in un momento di eccezionale emergenza quale è stata la pandemia da Covid 19», taglia corto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, assicurando che insieme al sottosegretario Marcello Gemmato verrà posta «fine a questa paradossale vicenda». Procacci ringrazia Mattarella e Calderone. Invitando però le istituzioni ad accendere «i riflettori sulla condizione di grande difficoltà nella quale versa la Medicina di Emergenza-Urgenza Italiana». Un concetto rilanciato dal presidente di Sis118 Mario Balzanelli, che spiega come «l'emergenza resta» perché «stanno andando via molti medici», e si rischia di «diventare colpevoli di atti dovuti perché pensiamo a salvare vite». E a chiedere lo stop definitivo alle multe e il via libera al pagamento del lavoro straordinario fatto sotto Covid è trasversalmente anche la politica. Plaude alla «sensibilità e al buon senso del governo, della politica e delle istituzioni» che «vincono sulla cecità della burocrazia statale» la presidente dei senatori azzurri Licia Ronzulli.

E l'assessore pugliese alla Salute, Rocco Palese, ringrazia Mattarella e avverte: «La Regione Puglia vigilerà sulla sospensione e sul prosieguo di questo grave ed ingiusto paradosso burocratico».

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