I militanti del Pd ligure in rivolta contro la Paita

Il segretario del Pd di Genova li richiama alla disciplina di partito ma tra gli oppositori vi è anche l'ex assessore alla Sanità

I militanti del Pd ligure in rivolta contro la Paita

Voto di coscienza. È quello che chiedono 200 militanti liguri, tra elettori e iscritti del Pd che intendono non votare Raffaella Paita alle prossime regionali. Tra questi anche esponenti di spicco come Claudio Montaldo, assessore alla Sanità uscente, e Massimo Bisca, presidente provinciale dell’Anpi di Genova.

I 200 rivendicano il voto di coscienza alla luce delle irregolarità delle primarie e si dicono delusi dal partito e respingono al mittente il richiamo alla disciplina di partito fatto da Alessandro Terrile, segretario del Pd di Genova tramite la sua pagina Facebook. “Tutti – ha scritto Terrile - votiamo secondo coscienza, ci mancherebbe facessimo diversamente, ma soprattutto attraverso il voto chi fa politica attiva si dichiara parte di una comunità politica, di un partito”. E ancora: “E’ singolare trovare tra i firmatari chi ha condiviso anni di politica regionale senza mai un accenno di critica o distinguo. Rischiamo oggi che passi un pericoloso messaggio: quello per cui spetta sempre a chi viene dopo, alle generazioni più giovani che cercano di portare i risultati per tutta la comunità, farsi carico di quanto non fatto da chi li ha preceduti”. “Considero – conclude Terrile - il documento più un attacco a me, e al PD genovese, che a Raffaella Paita.

E lo trovo perfino comprensibile: in questi anni pur con fatica ho diretto il partito genovese ascoltando tutti, ma assumendomi la responsabilità di decidere, senza cercare padrini, convocare caminetti, seguire i riti stanchi delle correnti. Continuerò a farlo anche a costo di rispondere di volta in volta agli appelli pubblici promossi da chi sentendosi un po’ meno coinvolto, rischia di considerarsi un po’ meno dirigente”.

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