Coronavirus

I nuovi casi in caduta libera: ieri soltanto 744. I malati in terapia intensiva sotto quota mille

Numeri confortanti anche se con pochi tamponi. E con la paura di un rimbalzo

Un operatore sanitario in un reparto di terapia intensiva (La Presse)
Un operatore sanitario in un reparto di terapia intensiva (La Presse)

Sempre meno: a otto giorni dall'inizio della Fase 2 i numeri dei contagi fanno sempre più sorridere, anche se probabilmente beneficiano dell'ormai consueto rallentamento del fine settimana. I dati resi noti ieri dalla Protezione civile sono infatti parzialmente legati alla domenica, quando i tamponi sono fatti in numero minore. Infatti ieri si contabilizzano appena 40.740 test refertati, circa il 40 per cento in meno rispetto a un giorno comune. Peraltro va sempre tenuto conto il numero di tamponi su nuovi soggetti, che esclude cioè secondi e terzi tamponi su positivi, che sono 25.823.

Ma quel che conta è che la curva dei contagi scenda: ieri si sono registrati 744 nuovi casi, nuovo record negativo dopo gli 802 di domenica, il dato più basso dai 587 del 4 marzo, diversi giorni prima del lockdown. Il numero di contagi totali è di 219.814, quello di positivi attuali 82.488, con una decrescita di 836 unità. I malati attuali sono 30.411 in Lombardia, 13.338 in Piemonte, 7.040 in Emilia-Romagna, 5.460 in Veneto. Nelle prime quattro regioni del Nord il totale di malati è di 56.249, il 68,19 per cento del totale. Tra le altre regioni ci sono il Lazio con 4.294, la Toscana con 4.073, le Marche con 3.227, la Liguria con 2.844, la Puglia con 2.544, la Sicilia con 2.062. Chiudono la lisa il Molise (229), la Basilicata (142), l'Umbria (108) e la Valle d'Aosta (107).

Buoni ma non buonissimi i dati che arrivano dalla Lombardia, la «pecora nera» del coronavirus: ieri sono stati registrati 364 nuovi positivi, domenica erano stati 282. Comunque molti meno rispetto a qualche settimana fa. Nella provincia di Milano si registrano 114 nuovi casi, a Milano città 52.

Altra notizia importante, dall'alto valore simbolico è il numero dei pazienti attualmente costretti alla terapia intensiva: ieri si è scesi sotto quota mille, anche se per un soffio: 999 i casi, con una decrescita di 28 pazienti rispetto a domenica. Il numero di malati «gravi» è diminuito di oltre quattro volte rispetto al 3 aprile, quando si toccò il massimo di persone in terapia intensiva con 4.068. Scendono le terapie intensive anche in Lombardia, anche se solo di 7 unità. Le persone ricoverate con sintomi sono 13.539, con un decremento di 79 unità, mentre l'82 per cento dei positivi, vale a dire 67.950 persone, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Capitolo decessi: ieri sono stati 179, un dato basso anche se non record (domenica erano stati 165). Il totale è di 30.739. Dei nuovi morti 68 arrivano dalla Lombardia e 33 dal Piemonte. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 106.587, con un incremento di 1.401 persone rispetto a ieri.

Infine due indici, particolarmente importanti. Quello di mortalità, che vede l'Italia sempre molto sopra la media mondiale: 13,98 per cento, con l'anomalia - ancora - della Lombardia che arriva fino al 18,38 per cento (il Veneto è all'8,89). La percentuale di positivi sui tamponi fatti, che in totale è dell'8,43 per cento, ieri è stata dell'1,83 per cento.

Se si tiene conto dei tamponi «nuovi» le percentuali salgono rispettivamente al 12,91 e al 2,88.

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