I parlamentari sotto choc. "Qui sarà un bagno di sangue"

Le spaccature in assemblea, la Taverna: "Votiamo lo Statuto di Conte". Bocche cucite, da Di Maio alla Castelli

I parlamentari sotto choc. "Qui sarà un bagno di sangue"

Prova a prendermi. In un'altra giornata di botta e risposta tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte i grillini scappano. I senatori fanno quadrato intorno all'avvocato del popolo italiano, i deputati si spaccano a metà. Tutti sono disorientati come non mai. Nessuno vuole parlare. «Oggi è davvero dura», dice al Giornale un esperto parlamentare del Movimento. Un altro, al primo mandato, riflette sul fatto che, tra Montecitorio e Palazzo Madama, tutti pensano ai loro affari di bottega. Tradotto: per molti deputati e senatori la scelta tra Conte e Grillo sarà di pura convenienza. Più orientati verso il primo gli eletti al secondo mandato, che reputano difficile che un Beppe riappacificato con Casaleggio possa derogare a quella che il presidente dell'Associazione Rousseau considera una regola aurea. Mentre sono più lealisti nei confronti del fondatore gli eletti al primo mandato, che sperano di avere più spazio in un M5s privato delle fila contiane. Insomma, è tutto un cercare spazi per la ricandidatura. Nella pancia dei gruppi non badano troppo al sottile. E qualcuno ragiona in questa maniera: «Se vanno tutti in un partito di Conte molti ci ripenseranno e rimarranno con Beppe perché, a quel punto, considererebbero più semplice la ricandidatura e la rielezione». La maggioranza dei parlamentari studia in quale dei due partiti che potrebbero nascere sarà più facile accasarsi per conservare la poltrona. I deputati si riuniscono in assemblea prima di cena. Nei capannelli si ragiona su come evitare «il bagno di sangue» di una riunione in cui emerga la frattura all'interno del gruppo. «È difficile andare dietro a tutte queste cose che escono», dice un deputato prima dell'assemblea, proprio nel momento in cui appare sugli smartphone dei parlamentari la video-risposta di Grillo a Conte. Che a sua volta risponde al Garante e non partecipa all'incontro a Montecitorio. I deputati pensano a un estremo tentativo di mediazione, facendo incontrare di nuovo alla Camera Grillo e Conte.

Per il resto è caos totale. Impossibile acchiappare gli stellati. È un liberi tutti. «Su quello che succede nel M5s vedo che lei sa già tutto», dice il sottosegretario Stefano Buffagni al Giornale. Che prima di chiudere la conversazione ricorda che «sarebbe meglio parlare dell'Inter». Luigi Di Maio è al G20, ieri a Brindisi, e tramite il suo staff ribadisce di «lavorare per l'unità». Dal lato dei contiani, l'entourage del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ci fa sapere che «prima di parlare bisogna vedere l'evoluzione della situazione». Patuanelli si limita a schierarsi a fianco del reggente Crimi con un post su Facebook. Con Conte anche Paola Taverna, che chiede di «consentire ai nostri iscritti di esprimersi su questo progetto». Tra chi è più vicino a Conte scappa dalle domande anche l'ex ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. «Meglio aspettare», spiega anche lei timorosa. Mentre lo Staff della sindaca di Torino Chiara Appendino sottolinea come le dichiarazioni della prima cittadina, diffuse in mattinata, siano «state carpite a margine di un evento, ma che è meglio non parlare del M5s». Sfugge anche la concittadina della Appendino, la viceministra dell'Economia Laura Castelli, ormai assorbita dal profilo moderato e istituzionale che ha tentato di ritagliarsi da quando è a Via XX Settembre.

Non resta che provare a intercettare la più grillina di tutti. Carla Ruocco, deputata vicinissima a Beppe. «Le ho detto che ora non posso parlare, dobbiamo sentirci con calma», si giustifica. La calma, questa sconosciuta.

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