Guerra in Ucraina

I partigiani spaventano Mosca. Ira Putin: "Ferite dall'interno"

Ancora blitz in territorio russo, rischia il ministro dell'Interno. E lo Zar pensa al generale Armageddon

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Dopo aver tagliato teste alla catena di comando dell'esercito, Putin vuole regolare i conti in casa. I continui assalti sul territorio russo da parte delle organizzazioni filo-ucraine potrebbero costare il posto al ministro degli Interni Vladimir Kolokolcev, un fedelissimo dello zar di Mosca. Putin lo considera uno dei responsabili della destabilizzazione del Paese. «Le autorità devono fare di tutto per normalizzare la situazione - ha spiegato nel corso dei lavori del Consiglio di sicurezza - ci sono esseri malvagi che stanno compiendo delitti per ferirci dall'interno. Occorre garantire che non possano più farlo». Secondo Kommunisticeskaja, il partito d'opposizione della Duma, Putin pensa addirittura al generale Sergej Surovikin, il macellaio di Damasco, con il rischio di creare una sorta di stato di polizia nel Paese.

Le preoccupazioni del Cremlino sono legittimate dalle numerose azioni compiute dai partigiani. Mosca ha dichiarato di aver respinto tre tentativi dei miliziani di invadere la regione di Belgorod. I russi affermano di aver usato l'aviazione e l'artiglieria per respingere i blitz, uccidendo più di 50 combattenti filo-ucraini. Un altro raid è avvenuto vicino alla città di confine di Kursk con droni abbattuti dalla difesa aerea. I partigiani hanno pubblicato su Telegram una fotografia di un loro carro armato in una zona rurale di Belgorod. «Buongiorno dalla nostra patria! Continuiamo a combattere per la libertà della Russia» si legge nel messaggio. Sempre su Telegram i paramilitari accusano Mosca della morte di due donne, uccise sull'auto scambiata per un mezzo nemico. «È una conseguenza della mancanza di professionalità dell'esercito di Putin». Come se non bastasse due droni hanno compiuto un attacco su infrastrutture nella provincia di Smolensk, vicino alla Bielorussia. Per far fronte ai miliziani, Mosca ha schierato sul confine con l'Ucraina un drappello di 400 soldati di leva.

Sul fronte diplomatico Li Hui, l'inviato cinese per l'Eurasia, invoca una soluzione politica, «ma se vogliamo porre fine alla guerra non bisogna più inviare armi, altrimenti le tensioni aumenteranno. Nel piano di pace non c'è il riconoscimento dell'occupazione russa». Il segretario di Stato americano Blinken si dichiara pronto a sostenere gli sforzi della Cina, «ma è necessario trovare una via per una pace giusta e duratura che transita dal ritiro di Mosca». Per il portavoce del Cremlino Peskov non è possibile parlare di normalizzazione «se Zelensky continuerà a chiedere di entrare nella Nato». Il presidente ucraino è tornato a parlare di armi, spiegando di aver ricevuto un forte sostegno dagli alleati sulla fornitura degli F-16 (Biden ne parlerà con Londra e Copenaghen la prossima settimana). «Avremo i caccia entro sei mesi. La controffensiva? Quando inizierà i russi se ne accorgeranno, ma non coinvolgeremo paesi della Nato», commenta. Poi accusa di «negligenza» il sindaco di Kiev Klitschko per non aver aperto in tempo alcuni rifugi antiaerei, provocando la morte di 3 civili.

Nella 463ª giornata di combattimenti, Kiev sostiene di aver costretto i mercenari Wagner a fuggire. In realtà a Bakhmut c'è stato il cambio della guardia con la milizia Akhmat di Kadyrov. Le truppe del leader ceceno hanno lanciato un'offensiva sulla città di Marinka (Donetsk). Due persone sono state uccise e altre quattro ferite nel bombardamento russo del villaggio di Komyshevaha (Zaporizhzhia). Il lancio di missili e droni su Kiev (sesta notte consecutiva) ha provocato due feriti. Mosca ha affermato di aver colpito batterie di difesa antiaerea. Un attacco aereo ucraino sferrato con missili Stormy Shadow ha causato esplosioni al porto di Berdyansk. Gli invasori hanno colpito a Toretsk (Donetsk) un edificio che fornisce aiuti umanitari, una persona è deceduta. Il segretario alla Difesa britannico Wallace ritiene che l'Ucraina riprenderà il controllo della Crimea entro la fine dell'anno.

In tarda serata le sirene sono tornate a suonare a Kiev e nel Kharkiv, dove una donna è morta per l'esplosione di una mina.

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