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I partiti a caccia di fondi vanno in pressing sul governo

La campagna elettorale incombe e la guerra aggrava la crisi. Scostamento di bilancio sempre più probabile.

I partiti a caccia di fondi vanno in pressing sul governo

I partiti battono cassa. Le forze di maggioranza chiedono al governo Draghi di aprire i cordoni della borsa. Le conseguenze della guerra mordono famiglie e imprese. La campagna elettorale è alle porte: i leader politici non vogliono un anno di «lacrime e sangue». Il pressing dei partiti non abbatte, per ora, il muro alzato dalla coppia Draghi-Franco.

Il ministro dell'Economia Daniele Franco e il capo dell'esecutivo non vogliono andare oltre la somma di 5-6 miliardi che dovrebbe finanziare le misure contenute nel prossimo «Decreto Aiuti». La Lega chiede pace fiscale e 5 miliardi per famiglie e imprese. Pd e M5s spingono sullo scostamento di bilancio.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, reduce dallo scontro con Confindustria sui salari, avverte: «Uno scostamento è abbastanza probabile, un'eventualità che cresce con l'evoluzione della situazione drammatica della guerra in Ucraina. Non c'è una risposta comune sul tetto a gas e sui strumenti comuni a livello europeo». Orlando evoca una patrimoniale mascherata per recuperare i soldi dello scostamento, sottolineando la necessità di intervenire sugli extra-profitti. Il segretario Enrico Letta auspica «un intervento choc per scongiurare l'incendio sociale». Una richiesta che appare in linea con il leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte che da giorni ha ripreso a pungolare il premier chiedendo più soldi. Per Conte la strada è lo scostamento di bilancio: «Al governo stiamo chiedendo più coraggio, famiglie e imprese sono in difficoltà, non possiamo pensare di chiedere loro degli sforzi. Chiediamo al governo di intervenire oggi, perché oggi noi tocchiamo con mano la difficoltà nel reperimento di materie prime, i rincari delle bollette, la perdita del potere di acquisto. Se si interviene più tardi si interviene male», chiede l'avvocato grillino. E su eventuali problemi di spread nel caso di un nuovo scostamento di bilancio, l'ex premier osserva: «Noi al governo abbiamo lasciato lo spread molto più basso di adesso dopo cinque variazioni di bilancio». Forza Italia non chiude la porta: «Se fosse necessario non siamo contrari ad uno scostamento di bilancio visto che l'aumento dei costi delle materie prima sta mettendo in difficoltà le imprese»- ribadisce Antonio Tajani. Alla richiesta di soldi si unisce il leader del Carroccio Matteo Salvini che però punta a un altro obiettivo rispetto a Pd e M5S: lo stop all'aumento delle tasse. «Il governo deve intervenire con almeno 5 miliardi di euro, è un passo necessario per dare ossigeno a famiglie e imprese in attesa di altri provvedimenti come proroga degli sconti sui carburanti e pace fiscale» incalza Salvini. Che riapre il dossier casa dalla conferenza organizzativa di Confedilizia: «Conto che i prossimi messaggi non siano più minimamente vicini a un rischio di aumento di tasse sulla casa. Il combinato disposto tra Confedilizia e la parte di governo che non vuole l'aumento delle tasse avrà la meglio. La casa in Italia è un valore è un pezzo di carne viva. Non cederemo neanche di un millimetro. Neanche un euro in più di tasse». L'ex ministro dell'Interno mette sul tavolo un'altra richiesta: l'abolizione dell'Imu per i piccoli borghi con popolazione inferiore a 3mila abitanti. Salvini non parla di scostamento di bilancio ma nella Lega, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti si è già a espresso a favore. La diga Draghi-Franco regge.

I partiti si preparano a sfondarla.

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