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I pirati del mare tunisini come avvoltoi fra pescherecci, motori rubati e video Tik Tok

Guardia costiera e Polizia aumenteranno le ispezioni sulle barche sospette

I pirati del mare tunisini come avvoltoi fra pescherecci, motori rubati e video "Tik Tok"

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I pirati del mare tunisini come avvoltoi fra pescherecci, motori rubati e video "Tik Tok"

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Nella notte senza luna, 40 miglia a sud ovest di Lampedusa, il mare è nero come la pece. I pericolosi barchini in ferro che partono da Sfax, carichi di migranti, sono praticamente invisibili. Se non fosse per un paio di pescherecci tunisini illuminati a giorno, che girano attorno come «avvoltoi». I pescatori hanno lanciato l'allarme sui migranti in mezzo al mare, ma spesso sono loro a trainarli fino alle nostre acque di ricerca e soccorso. Poi chiamano la Guardia costiera italiana e il gioco è fatto con le nostre motovedette che salvano i migranti portandoli a Lampedusa. I pescherecci aspettano che l'operazione sia conclusa e poi si portano via il motore fuoribordo del barchino per utilizzarlo al prossimo giro.

Non sempre fila tutto liscio: il 28 aprile un peschereccio ha addirittura speronato un barchino per rimuovere il motore prima del salvataggio. Una bambina di quattro anni è caduta in mare scomparendo fra le onde Un video girato dalla Guardia costiera in mezzo al mare e consegnato alla procura fa vedere di peggio. Durante un soccorso multiplo con diversi barchini e naufraghi che rischiano di annegare, un peschereccio tunisino si affianca a un natante di ferro. Pur di prendersi il motore fuoribordo lo fa affondare con tutti i migranti. I soccorritori urlano disperati «bastardo, bastardo».

I pirati del mare sono stati arrestati per la prima volta il 18 luglio dopo il salvataggio dei migranti su tre barchini senza motore abbandonati in mare. Sul peschereccio tunisino ispezionato «abbiamo rivenuto due motori fuoribordo, che nulla avevano a che vedere con l'attività di pesca, contanti sia dollari, che euro e dinari tunisini oltre a 5 cellulari riconosciuti dai migranti» ha raccontato il capitano di vascello Roberto D'Arrigo del centro operativo nazionale della Guardia costiera. Il procuratore capo di Agrigento, Salvatore Vella, ha convalidato l'arresto dell'equipaggio del peschereccio con la gravissima accusa di pirateria.

I superstiti del naufragio di venerdì scorso, salvati ieri, sono stati trovati a bordo di una dei barchini di ferro senza motore. Sembra che abbiano trovato la «bara» galleggiante dopo il naufragio.

L'aspetto paradossale è che circolano su Tik Tok brevi video promozionali, con tanto di canti tradizionali come colonna sonora, dei barchini in ferro trainati dai pescherecci fino alle acque di ricerca e soccorso italiane. Quella dalla Tunisia è la rotta low cost che costa fra i 400 e 600 euro, meno della metà rispetto alle partenze dalla Libia, ma i migranti sono alla mercé dei pirati del mare.

La Guardia costiera con l'appoggio degli agenti di polizia aumenteranno le ispezioni sui pescherecci tunisini sospetti.

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