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"I politici rubano i cappotti". Storia surreale del grillismo

La tragica storia del cappotto di «apprezzato brand» è però finita ieri in farsa

"I politici rubano i cappotti". Storia surreale del grillismo

«INDIGNATA», tutto maiuscolo: la senatrice Cinzia Leone (Cinque Stelle, e come ti sbagli) era veramente indignata. Le avevano rubato il cappotto «al transatlantico di Montecitorio», denunciava in un esilarante post su Facebook indirizzato a «care e cari», non meglio specificati, e pieno zeppo di strafalcioni.

Un cappotto, specificava, «di buona manifattura e un apprezzato brand LSpagnoli (sic)», che lei aveva appoggiato su un divano «giusto il tempo della votazione» per il presidente della Repubblica e che poi «non l'ho trovato laddove lo lasciai, al che iniziai a controllare nei (sic) vari divani ma niente». La affranta senatrice palermitana - nessuna occupazione conosciuta prima dell'elezione, con un reddito imponibile schizzato da 360 euro annui nel 2018 ai 100mila di ora, il che spiega il cappotto «da 600 euro» - annunciava con «profonda tristezza», e senza punteggiatura, che «qualcuno lo ha RUBATO impensabile in un ambiente frequentato da parlamentari, commessi, giornalisti». Seguita a ruota da colleghi come la deputata Angela Raffa: «È una vergogna che in questo paese si ruba (sic) e si corrompa, e che a farlo sono proprio i più insospettabili, coloro chiamati ad incarichi pubblici». Logica la conclusione: «Per questo c'è ancora bisogno di M5s».

La tragica storia del cappotto di «apprezzato brand» («E cosa ne sa la gente del valore che tu metti dentro un cappotto, le emozioni che ricopre?», si chiedeva la senatrice) è però finita ieri in farsa: il pregevole indumento non era stato preso da nessuno, ed è stato ritrovato esattamente dietro il divano su cui era stato (malamente, si immagina) appoggiato. «Ora Leone chieda scusa alla Camera, e in futuro usi gli spazi appositi per lasciare il cappotto», avverte il deputato questore di Montecitorio Edmondo Cirielli (FdI), e che non sono certo i divani del Transatlantico. Ma lei, implacabile, non demorde: dichiara «offensive» le parole di Cirielli, e capisce al volo che si tratta di un Grande Complotto Kasta versus kappotto: «Vogliono far credere che è (sic) stato trovato dietro il divano. Ma come ci è andato a finire, lì? Tutto questo è offensivo per la mia persona e per il lavoro che porto avanti».

Quello di disseminare capispalla dietro i divani.

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