I renziani sono morosi e gli ex Ds ora li sfrattano

Molte sedi Pd sono di proprietà del vecchio partito Il tesoriere: non pagano gli affitti e la spazzatura

I renziani sono morosi e gli ex Ds ora li sfrattano

La Ditta vuole sfrattare Matteo Renzi. Così riassunta, la questione non farebbe notizia: è da quando l'outsider sindaco di Firenze ha dato con successo la scalata al Pd che l'area ex Ds tenta in ogni modo di fargli le scarpe e di «riprendersi» il partito. Stavolta, però, si tratta di sfratto vero e proprio: Ugo Sposetti, che è tutt'ora tesoriere dei Ds (ebbene sì, formalmente il partito erede del Pci esiste ancora), ha spedito una raffica di lettere ai segretari di molte federazioni del Pd in giro per l'Italia per notificare loro una pesante morosità: le loro sedi non pagano l'affitto degli immobili che le ospitano. Immobili che sono, nella stragrande maggioranza, di proprietà delle fondazioni ex Ds costituite proprio da Sposetti, nell'ormai lontano 2008, per blindare il patrimonio diessino proprio in concomitanza con la nascita del Pd. Sessanta fondazioni su tutto il territorio nazionale, che gestiscono circa 2400 immobili (oltre a importanti archivi storici e a opere d'arte regalate al Pci).

Il problema del mancato pagamento degli affitti da parte dei responsabili di federazioni e sezioni del Pd è stato denunciato più volte, nel corso degli anni, ma non si è quasi mai arrivati alla resa dei conti. Ora però Ugo Sposetti ha perso la pazienza e si dice pronto ad andare fino in fondo: «Il codice civile parla chiaro - dice a Repubblica - e dico di più: con le nuove norme è lo stesso amministratore di condominio che è tenuto a fare un decreto ingiuntivo se le rate non vengono pagate. Capita così per una famiglia normale, perché per il Pd dovrebbe essere diverso? Non ci sono neppure bambini a rischio sfratto...». Se dunque i responsabili Pd continueranno a fare orecchie da mercante e non salderanno gli arretrati (gli affitti del resto sono modesti, concordati nella maggior parte dei casi a prezzo politico), Sposetti promette di trarne tutte le conseguenze.

Le sedi a rischio sono decine, le situazioni più pesanti si registrano a Livorno, a Ancona, Pesaro, Roma e in gran parte del Meridione, Campania in testa. Dal Pd nazionale non arrivano reazioni ufficiali, anche se qualcuno, al Nazareno, ammette che «Sposetti ha tecnicamente ragione: in molte realtà italiane vengono pagate le utenze, ma non i canoni d'affitto». Dietro la querelle, c'è l'anomalia che segnò la nascita del Pd, con la leadership di Walter Veltroni. Che accettò (per non caricare sul nuovo partito la ingente situazione debitoria pregressa) che i due partiti fondatori, Ds e Margherita, non facessero confluire il proprio patrimonio nel Pd. Così la Margherita continuò a gestire il proprio finanziamento pubblico (con le conseguenze che si sono viste con il caso Lusi) e Sposetti procedette all'operazione fondazioni, mettendo in sicurezza il vasto patrimonio ereditato dal Pci. Lo strano assetto non è più stato messo in discussione, e ora il Pd renziano dovrà tentare di trovare un accordo con il tesoriere dei Ds.

Che la mette giù dura: «A lungo andare, il mancato pagamento può configurare il reato di finanziamento illecito ai partiti: non si può, si va contro la legge. Per non parlare delle spese ingenti che le fondazioni devono sostenere, a cominciare dall'Imu», dice a Panorama.

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